Posts Tagged ‘Dracula’

Nosferatu, il principe della notte

giugno 26, 2023

Nosferatu: Phantom der Nacht
Germania, 1979
con Klaus Kinski, Isabelle Adjani, Bruno Ganz, Roland Topor, Walter Ladengast, Dan Van Husen, Jan Groth, Carsten Bodinus, Martje Grohmann, Rijk de Gooyer, Clemens Scheitz, Lo van Hensbergen, John Leddy, Margiet van Hartingsveld, Jacques Dufilho
regia di Werner Herzog


Nosferatuilprincipedellanotte


L’agente immobiliare Jonathan Harker viene inviato in Transilvania per vedere un’immobile al conte Dracula, uno strano individuo che vive in un castello solitario che suscita il timore del popolino. Harker si ritrova quasi prigioniero del conte che lascia improvvisamente il castello quando vede una miniatura di Lucy, la moglie di Harker. L’uomo fugge dal castello ma riesce a raggiungere Wismar solo dopo che la nave di Dracula è già giunta in porto con il suo carico pestilenziale. Mentre la città sprofonda nella follia del contagio della peste nera, Lucy è l’unica a capire la vera natura di Dracula leggendo il testo sui vampiri che gli zingari hanno dato ad Harker come protezione. Lucy arriva a sacrificare la sua vita per fare in modo che la luce dell’alba distrugga il vampiro ma il suo sacrifico sarà inutile perché Jonathan è stato infettato durante il soggiorno nei Carpazi…



Nosferatu ilprincpie dellanotte


Il remake, o meglio l’omaggio, come preferisce definirlo l’autore, al capolavoro di Murnau riavvicina anche la versione cinematografica tedesca del 1921 al romanzo di Bram Stoker, riutilizzando i nomi originali del romanzo che Murnau non poteva usare non avendo pagato i diritti d’autore alla vedova dello scrittore, resta solo lo scambio tra i nomi di Mina e Lucy ma probabilmente era troppo forte il richiamo alla luce insito nel nome della donna che riesce a sedurre Dracula fino a fargli dimenticare la luce del sole.
Il personaggio interpretato da Isabelle Adjani è quello più fedele alla versione cinematografica del 1921: la recitazione stessa dell’attrice è esasperata come quella del cinema muto, un elemento che può risultare un po’ ostico per chi non ama il cinema degli esordi.
Il tributo al film di Murnau continua anche nella desaturazione della fotografia, a volte arrivando quasi al bianco e nero con una sovrapposizione quasi perfetta tra le inquadrature originali e il remake.
L’illustratore francese Roland Topor, che interpreta Renfield ripropone molto bene lo spirito allucinato di Knock, il capo di Harker nel Nosferatu del 1921.



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La fedeltà al romanzo e al film viene meno nella seconda parte della pellicola di Herzog: la minuzia con cui il regista espone i drammi della peste non sono presenti nelle opere originali: la follia di chi vuole vivere gli ultimi giorni nel piacere, dimentico dei guai del mondo, rimanda più all’immaginario medievale. Nosferatu, il principe della notte svela tutto il pessimismo dell’autore che utilizza i “fantasmi” (come dice il titolo originale) di mondi passati per una profonda critica alla società borghese disposta ad accettare anche un mostro come Dracula in nome del guadagno, non a caso la fotografia e i costumi, quando non citano Nosfeatu fanno riferimento alla pittura romantica tedesca e in particolare alla sua coda Biedermeier, stile che segna proprio il trionfo della vita borghese.
Se Dracula è un mostro laido e decadente che non suscita nessuna pietà, a parte la figura di Lucy, non si salva nessuno degli altri protagonisti, a poco serve il rigore scientifico di Van Helsing, impotente davanti all’epidemia che aggredisce la città e lo stesso Harker accetta la missione nei Carpazi “per poter comprare una casa più grande”: il germe malefico di Dracula ha trovato un buon terreno dove attecchire e il film si chiude con Harker trasformato nell’erede di Dracula al galoppo sulla spiaggia deserta come un cavaliere dell’Apocalisse.

I Vampiri di Praga

dicembre 26, 2021

Mark of the Vampire
USA 1935 MGM
con Lionel Barrymore, Elizabeth Allan, Bela Lugosi, Lionel Atwill, Jean Hersholt, Henry Wadsworth, Donald Meek, Jessie Ralph, Ivan F. Simpson, Franklyn Ardell, Leila Bennett, June Gittelson, Carroll Borland, Holmes Herbert, Michael Visaroff
regia di Tod Browning



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Nonostante lo scetticismo della polizia, la morte improvvisa di Sir Karell Borotyn sembra proprio causata dai vampiri. Quando le malefiche creature iniziano ad accanirsi anche su Irena, la figlia di Borotyn, viene chiamato il professor Zelen, esperto in arti magiche che utilizza tutti i metodi per sconfiggere i vampiri ma scopre anche il vero assassino…



Markofthevampire


E’ difficile dare un parere su I Vampiri di Praga, il film è il remake sonoro di London After Midnight del 1927 con Lon Chaney, film considerato irrimediabilmente perduto. Come non bastasse la versione sonora del film è stata censurata e sforbiciata di circa una ventina di minuti quindi è veramente difficile comprendere gli intenti del regista.
La questione ovviamente gira tutta attorno al colpo di scena finale dove si annulla totalmente l’elemento sovrannaturale in favore di una spiegazione razionale annullando il coté horror della pellicola per trasformarla in un giallo: la mistery comedy era un genere molto in voga alla fine degli anni ’20 ma come interpretare questo film diretto dal regista che ha firmato Dracula, dando vita alla grande stagione dei mostri horror? E’ un ritorno al passato o un superamento definitivo del genere? Difficilmente si potrà avere una risposta.



Ivampiridipraga


Personalmente ho trovato molto divertente il plot twist finale e mi ha permesso di apprezzare a posteriori alcune caratteristiche del film che avevo trovato un po’ pesanti: il conte Mora (Bela Lugosi) e la figlia Luna appaiono sullo stesso scalone del set originale di Dracula che scendono tra un eccessiva attenzione registica per tutti gli animali simbolici legati ai vampiri: blatte, ragni, ratti e pipistrelli. Un profluvio davvero esagerato che però trova un senso se si pensa che è una mistificazione teatrale come poi ci rivelerà la sceneggiatura; anche dal punto di vista autoriale è come se Browning ci volesse avvisare, con questa insistenza, che stiamo vedendo qualcosa di diverso da Dracula.
Nonostante lo scetticismo della polizia, la morte improvvisa di Sir Karell Borotyn sembra proprio causata dai vampiri. Quando le malefiche creature iniziano ad accanirsi anche su Irena, la figlia di Borotyn, viene chiamato il professor Zelen, esperto in arti magiche che utilizza tutti i metodi per sconfiggere i vampiri ma scopre anche il vero assassino…



Markofthevampire


Bela Lugosi non parla mai durante il film, ha solo la battuta finale ironica e profetica al tempo stesso in cui il teatrante che interpreta decide che d’ora innanzi interpreterà solo vampiri. A mordere le vittime è più Luna, l’iconica figlia vampiro, va detto che gli attacchi vampireschi sono molto pochi e poco mostrati nel film, altro elemento che dovrebbe far capire allo spettatore che quello a cui sta assistendo è qualcosa di diverso dall’horror. Il legame tra i vampiri e le loro vittime è affidato più a un potere ipnotico sottolineato da una notevole colonna sonora.
Il legame tra i due vampiri dovrebbe essere la causa della censura del film: Lugosi ostenta una visibilissima chiazza di sangue sulla tempia di cui non è data nessuna spiegazione, pare che la parte censurata alluda proprio alla trasformazione del conte Mora in vampiro, maledetto per essersi suicidato con un colpo di pistola alla tempia dopo aver strangolato la figlia che lo segue nella maledizione a causa del loro legame incestuoso.


I vampiri diPraga


Anche la figura del professor Zelen si discosta da quella classica di Van Helsing, l’esperto in questione interpretato da Lionel Barrymore, parla molto e discetta su leggende e rimedi contro i vampiri ma l’intento è quello di distrarre il vero colpevole per ipnotizzarlo e farlo confessare.
Penso che Tod Browning avesse ben compreso l’impatto mediatico di Dracula e quattro anni dopo fosse già in grado di giocare con gli stereotipi del personaggio e del genere horror allora in auge, non dimentichiamo la scena iniziale della zingara nel cimitero: le lunghe vesti della donna restano impigliate nella mano scheletrica fuoriuscita da una bara sfondata. Molto probabilmente il pubblico non era ancora pronto, di certo la meno accorta, come sempre, resta la casa di produzione con la sua censura.

Dracula *versione spagnola*

luglio 27, 2020

USA 1931 Universal
con Carlos Villarías, Lupita Tobar, Pablo Álvarez Rubio, Eduardo Arozamena, Barry Norton
regia di George Melford



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L’agente immobiliare Renfield si reca in Transilvania per formalizzare l’acquisto del conte Dracula dell’abbazia di Carfax. Il giorno dopo I due partono per l’Inghilterra via nave, Renfield è l’unico sopravvissuto dell’equipaggio ma è irrimediabilmente pazzo e viene rinchiuso nella casa di cura del dottor Seward. Dracula si presenta come nuovo vicino ai Seward e seduce Lucia, l’amica della figlia del dr. Seward, Eva. La ragazza muore e il dottor Van Helsing ipotizza sia stata vampirizzata e comprendendo che la stessa sorte toccherà anche a Eva fa di tutto per salvare la ragazza con l’aiuto del suo fidanzato, Juan Harker.



Dracula


All’avvento del sonoro il doppiaggio non era una pratica utilizzata, si preferiva girare più versioni dello stesso film con attori madrelingua. Il caso di Dracula è particolare perché la versione in lingua spagnola vanta non solo un cast diverso ma è stata realizzata da un’altra troupe guidata da un diverso regista, solo le scenografie sono le stesse utilizzate di giorno per la versione americana e di notte per la versione spagnola. Venivano visionati i giornalieri dal regista per essere fedele al progetto originale e del cast solo Villarías aveva accesso alla visione perché il suo Dracula doveva essere il più fedele possibile a quello di Bela Lugosi.
Per lungo tempo la versione spagnola è stata considerata perduta ed è riemersa solo negli anni’70 svelando un film con alcune differenze sostanziali che lo fanno ritenere anche superiore alla versione di Tod Browning.



Loc Dracula


È assodato dagli storici del cinema che la lavorazione della produzione originale fosse piuttosto caotica, David Manners che interpreta John Harker si disse così disgustato da non voler mai vedere il film finito. Di certo la produzione spagnola che visionava i giornalieri già girati aveva modo di migliorare alcune scena anche spinti da una rivalità tra i produttori Carl Laemmle Jr. per la versione americana e Paul Kohner (poi marito della protagonista femminile Lupita Tovar) per quella spagnola.
Resta inarrivabile la presenza scenica di Lugosi, già protagonista dello spettacolo teatrale da cui è tratto il film e la fotografia di Karl Freund che illumina gli occhi del Conte rendendoli magnetici ma effettivamente la produzione spagnola vanta una maggiore cura nelle scene, maggiori movimenti di macchina e anche i costumi sono differenti come fa notare la stessa Lupita Tobar nell’introduzione al film, i suoi costumi sono molto più scollati di quelli di Helen Chandler: la produzione per l’estero fu più libera perché, per quanto fossimo negli anni del Pre-Code, la censura era molto puntigliosa con questa produzione in quanto era la prima volta che le tematiche soprannaturali venivano portate sul grande schermo: fu cancellata la chiusa dello spettacolo teatrale in cui Van Helsing avvertiva il pubblico che per quanto quella fosse solo una rappresentazione, nel mondo esistevano fatti simili.



Dracularenfield


La versione spagnola è più lunga anche se manca la scena in cui Dracula vampirizza la fioraia prima di recarsi a teatro per conoscere i Seward; in compenso alcuni passaggi sono spiegati meglio rispetto alle sforbiciate americane: quando Renfield si avvicina alla cameriera svenuta la versione spagnola continua mostrando come il pazzo, più che alla donna inerme, fosse ancora ossessionato dalle mosche e abbandoni la facile preda umana perché distratto da un insetto.
Lupita Tobar si segnala per una recitazione più spontanea ed effervescente rispetto alla protagonista americana: il morso ad Harker è mostrato e non avviene fuori scena come nella versione originale.



GIUDIZIO SUL DVD


Dracula


La versione spagnola di Dracula fa parte del cofanetto Dracula: Legacy Collection che include anche i sequel La figlia di Dracula, Il figlio di Dracula e La casa di Dracula oltre a un interessante versione commentata del film americano e il documentario molto interessante Road To Dracula che spiega la genesi del Dracula cinematografico a partire dal romanzo di Bram Stoker, il Nosferatu di Murnau, le piéces teatrali che trasformano il Conte nell’azzimato nobile dall’aspetto di un prestigiatore (gli spettacoli erano pieni di colpi di scena come le sparizioni) e la sensualizzazione del personaggio passa anche attraverso la figura femminile di Theda Bara, vamp per eccellenza del primo cinema muto.

Vampyr – Il vampiro

dicembre 2, 2019

Vampyr – Der Traum des Allan Gray
Francia / Germania 1932
con Sybille Schmitz, Julian West, Henriette Gérard, Rena Mandel, Jan Hieronimko, Maurice Schutz, Albert Bras
regia di Carl Theodor Dreyer



Ilvampiro


Il giovane  Allan Grey arriva una sera nel villaggio di Courtempierre e si ferma in una locanda, nella notte accadono strani fenomeni che culminano con l’apparizione di un vecchio che lascia un pacchetto su cui scrive “da aprire dopo la mia morte”. Grey lascia la stanza seguendo le ombre e si ritrova davanti a un vecchio maniero dove vive assieme alle due figlie, l’uomo che gli è apparso ma Grey non fa in tempo a salvarlo dalla morte. Il giovane apre il pacchetto e ci trova un libro che racconta come sgominare i vampiri deve però abbandonare la lettura perché Gisele si accorge che la sorella malata, Leone sta girovagando nel giardino, Allan e Gisele la ritrovano spossata con una ferita al collo, viene chiamato il medico che Grey riconosce per averlo incontrato nella locanda in cui tutto era iniziato. Mentre il giovane ha un’allucinazione e sogna la propria morte, un vecchio servitore riprende la lettura del libro, Grey e l’uomo si ritrovano nel cimitero dove uccidono la vampira Marguerite Chopin, ma il medico suo servitore, è ancora in libertà, fuggendo si ritrova bloccato in una stanza dove si raccoglie la farina del mulino e muore soffocato dall’azionamento della macina.


Vampyr


Vampyr è il primo film sonoro del regista danese Carl Theodor Dreyer e solitamente viene accostato a Dracula e Nosferatu per formare una trilogia ideale sull’origine del mito del vampiro cinematografico ma il film di Dreyer ha ben poco in comune con gli altri due capolavori del genere, innanzitutto non si ispira al romanzo Bram Stoker ma ai racconti di Le Fanu, l’autore di Carmilla e manca soprattutto l’atmosfera gotica: niente vecchi castelli, l’ambientazione è contemporanea, manca anche la dimensione notturna: l’azione si svolge in pieno giorno ma questo pare essere dovuto a problemi tecnici, gli stessi che Dreyer ebbe anche con il sonoro infatti la pellicola è più un anello di passaggio con pochissimi dialoghi e l’uso delle didascalie tipiche del cinema muto.



Ilvampiro


All’uscita in sala il film fu stroncato e solo con il tempo ha assunto la valenza del capolavoro. Restano memorabili alcune sequenze come le ombre che si staccano dal corpo, l’uso dello sdoppiamento dell’immagine e soprattutto il viaggio verso il cimitero visto in soggettiva da Gray dall’interno della bara, un topos che è diventato un classico del cinema horror.



Vampyr


Anche il simbolismo visivo legato alle due sorelle mi è piaciuto molto, il volto di Leone che sembra emergere dalle acque per le pieghe del lenzuolo quando viene meno l’influsso satanico della vampira finalmente distrutta e le mani legate di Gisele, prossima vittima designata dalle presenze malefiche: per le valenze oniriche, Vampyr mi ha fatto pensare più a Un chien andalou che ai due precedenti film horror.

Operazione Paura

ottobre 12, 2019

Italia 1966
con Giacomo Rossi Stuart, Erika Blanc, Fabienne Dali, Piero Lulli, Max Lawrence, Micaela Esdra, Franca Dominici, Giuseppe Addobbati, Mirella Pamphili, Gianna Vivaldi
regia di Mario Bava



Operazionepaura


Il medico legale Paul Eswai si reca in uno sperduto paesino per fare un’autopsia a una giovane morta in circostanze misteriose che i compaesani si affrettano a voler tumulare. Il dottore viene assistito da una ragazza, Monica Schuftan che è tornata in paese dopo anni per recarsi sulla tomba dei genitori.Mentre Paul e Monica sperimentano l’ostilità dei villici convinti di essere vittima di una maledizione, l’ispettore Kruger sparisce dopo essersi recato a villa Graps, una magione diroccata che domina il paese dove vive in solitudine la baronessa Graps. Qui Paul incontra Melissa, una bambina che si scopre essere la causa della maledizione che incombe sul villaggio…



Operazione paura


Capolavoro di Mario Bava riscoperto solo in tempi recenti: come al solito venne girato in nemmeno un mese e anche la distribuzione nelle sale fu molto scarsa, puntando solo sul titolo che si rifaceva alle varie “operazioni” in voga nel periodo come Operazione San Gennaro.
Pur non trovando i favori del pubblico, Operazione paura colpì l’immaginario di molti autori. Fellini due anni dopo copia senza informare il collega la scena della palla per l’episodio  Toby Dammit di Tre passi nel delirio e le stesse gemelle di Shining sono una derivazione del fantasma di Melissa, la diafana bambina era in realtà un ragazzino con una lunga parrucca bionda: Valerio Valeri il figlio del portinaio di Bava, scelto dopo molti provini per sottolineare l’aspetto inquietante del fantasma.
Una scelta che rispecchia l’abilità di trovare soluzioni estemporanee e spesso geniali ai problemi di produzioni sempre troppo rapide ed economiche.
Film a basso costo che Bava costruisce on un citazionismo decisamente alto: l’arrivo di Eswai con il cocchiere che lo invita a non avventurarsi in quel luogo di morte richiama l’arrivo di Jonathan Harker al castello di Dracula, gli effetti ottici sulla scala a chiocciola richiamano i movimenti di macchina per simulare le vertigini di Scottie Ferguson ne La donna che visse due volte.
La scena più celebre del film è quella in cui Paul insegue sé stesso in un loop di sapore lynchiano a me piace ancora di più come inizia la sequenza: Paul si ferma davanti a un grande dipinto che rappresenta villa Graps e improvvisamente si trova dentro al quadro protagonista del surreale inseguimento, idea che il regista ha tratto da un sogno narrato da Henry James nella sua autobiografia.



Operazionepaura


Operazione Paura è un film gotico che si nutre delle atmosfere sospese e fantastiche di autori come il suddetto Henry James, ci sono cripte e ragnatele, streghe e maledizioni, i colori vividi che il regista aveva già sperimentato ne La frusta e il corpo ma a fare la grandezza del film sono proprio queste scene perturbanti che dialogano direttamente con l’inconscio, anche il ricordo delle bambole di Monica, che si scoprirà essere la sorella di Melissa, appartiene a questa categoria e la comparsa di Melissa tra le bambole della sua stanza ha molto a che fare con l’assassina di Profondo Rosso nascosta nel dipinto.

Storie di fantasmi

marzo 15, 2019

Storie di fantasmi

Ghost Story
USA 1981, Universal
con Fred Astaire, Melvyn Douglas, Douglas Fairbanks Jr., John Houseman, Craig Wasson, Patricia Neal, Alice Krige, Jacqueline Brookes, Miguel Fernandes, Mark Chamberlin, Tim Choate, , Ken Olin
regia di John Irvin

New England: quattro anziani uomini di successo uniti da un’amicizia che risale alla prima giovinezza, si ritrovano regolarmente per raccontarsi vecchie storie di fantasmi irritando le mogli che ritengono i macabri racconti la causa dei continui incubi dei mariti. Quando David, il primogenito di Edward Wanderley muore in maniera misteriosa, torna in città il fratello minore Don che aveva avuto una relazione precedente con la moglie del fratello; nel giro di pochi giorni anche il padre muore in maniera poco chiara e quindi Don affronta i superstiti della Società degli Eterni raccontando la sua storia con Alma, la ex fidanzata che poi ha sposato il fratello David, una ragazza strana, vittima di incubi, ossessionata dalla sua famiglia e dalla pelle perennemente fredda.
Dopo la repentina scomparsa di John Jaffrey, gli ultimi due sopravvissuti raccontano a Don il segreto che condividono dalla giovinezza che portò alla morte di una ragazza, Eva, e i tre si convincono che Alma sia la reincarnazione di Eva, tornata per vendicarsi.



Storiedifantasmi

L’opera seconda del regista americano John Irvin è un horror fatica ad ingranare: l’inizio è un po’ farraginoso e il film comincia a funzionare nella seconda parte quando Don racconta il suo legame con Alma, di come lei lo abbia lasciato quando lui ha mostrato qualche remora sul matrimonio e abbia immediatamente irretito il fratello facendosi sposare da lui e in risposta i due sopravvissuti della Società degli Eterni raccontano i fatti che hanno portato alla morte accidentale di Eva, creduta morta dopo che Edward l’ha spintonata violentemente per evitare che raccontasse la sua defaillance sessuale; terrorizzati, i quattro amici hanno gettato la ragazza nel lago dentro un’automobile accorgendosi troppo tardo che in realtà era ancora viva.



Storiedifantasmi

E forse Eva è restata viva per oltre cinquant’anni ad imputridire sotto le gelide acque del lago fino a quando non trova in due ragazzi scappati da un manicomio un aiuto per la sua vendetta:  Gregory Bate è una versione rivisitata del folle Renfield di Dracula, figura a cui sembra ispirarsi la condizione di non morta della donna, senza ricorrere al vampirismo.
I lunghissimi capelli di Eva/Alma con cui la donna si nasconde il volto che può essere bellissimo o un teschio macabro, mi ha ricordato la figura simbolo dell’horror giapponese degli anni 2000, la terribile Sadako che usciva anche lei da gelide acque, chissà se Storie di fantasmi è stata una fonte d’ispirazione?



Storiedifantasmi

Nonostante qualche lungaggine il film mescola con eleganza l’atmosfera sospesa e malinconica dell’inverno del New England sottolineata anche dalla vecchia casa infestata, con situazioni decisamente splatter e il finale riesce a impressionare ancora oggi.



Ghoststory

Il reale motivo d’interesse resta comunque il cast di vecchie glorie, con un ottimo Fred Astaire (al suo ultimo fiilm) in grado di ridare la pace al fantasma, un ironico tocco metacinematografico è quello in cui il ragazzo che lo interpreta negli anni ’30 rifiuta un ballo a Eva perché non sa ballare.
Comparsata di lusso di Patricia Neal, nei panni della moglie di Astaire di cui deve sopportare gli incubi.

L’isola degli zombies

Maggio 17, 2018

White Zombie
USA 1932
con Bela Lugosi, Madge Bellamy, Joseph Cawthorn, Robert Frazer, John Harron, Brandon Hurst, Frederick Peters
regia di Victor Halperin



Whitezombie

Il ricco possidente Beaumont invita Neil e Madeleine, una coppia di fidanzatini appena arrivati ad Haiti, a celebrare le nozze nella sua proprietà. In realtà l’uomo è innamorato della ragazza e fino all’ultimo cerca di convincerla a fuggire con lui. Vista l’irremovibilità di Madeleine, Beaumont arriva a chiedere l’aiuto di Legendre, uno stregone che ha appreso i segreti per trasformare le persone in zombie: la sposina viene avvelenata poi Beaumont e Legendre trafugano il suo cadavere..

White zombieAnche se White Zombie è considerato il primo film di zombie della storia del cinema, la pellicola è arrivata in Italia molto tardi ed è poco conosciuta.
Ispirandosi a un testo di antropologia sul woodoo haitiano, gli zombie di Halperin sono in realtà viventi indotti a un sonno simile alla morte, trafugati subito dopo l’inumazione e tenuti in uno stato di incoscienza per esser manovrati dal negromante: Legendre sfrutta gli zombie per avere manodopera gratis per il suo mulino; i canti ossessivi, il rumore sgradevole del mulino, le strida degli avvoltoi rendono ancora bene l’atmosfera horror.
Madeleine diventa un’automa compiacente ma Beaumont non sopporta di vedere la donna che ama ridotta così e chiede a Legendre di riportarla alla coscienza ma per tutta risposta Legendre cerca di ridurre in schiavitù anche Beaumont. Intanto Neil, vista profanata la tomba della moglie, si lascia andare all’alcol e con il Dr. Bruner cerca di ritrovare l’amata ma finisce nelle mani di Legendre che vorrebbe farlo uccidere proprio da Madeleine ma la donna non riesce a compiere il delitto iniziando così a risvegliarsi dall’ipnosi mentre Beaumont muore uccidendo Legendre.


White zombie

Come gli altri classici horror dell’epoca, La mummia e Dracula stesso, anche L’isola degli zombies è intriso di un profondo romanticismo, un amore che non supera il tempo ma si ribella a una volontà imposta e il magnetico sguardo di Murder Legendre alias Bela Lugosi, è molto più inquietante del sorriso mellifuo di Dracula.


L'isoladeglizombies

Anche la regia è molto curata e sullo stile degli altri classici horror dei primi anni trenta, con giochi d’ombre di derivazione espressionista, Halperin si diletta nella costruzione delle riprese: interessante la ripresa dell’attore che scende lo scalone ripreso attraverso la losanga della balaustra: l’inquadratura torna due volte, una per Legendre e poi per Madeleine ma quando la ragazza torna a ridiscendere lo scalone dopo essersi ribellata alla volontà del negromante il regista non la inserisce più nella figura geometrica che quindi non ha solo valenza decorativa ma rappresenta anche la costrizione subita.

Frankenstein Junior

agosto 30, 2016

FrankensteinjrYoung Frankenstein
Usa 1974
con Gene Wilder, Peter Boyle, Marty Feldman, Peter Boyle, Teri Garr, Madeleine Kahn
regia di Mel Brooks

Frederick Frankenstein, nipote del celebre Victor, è un professore universtario che cerca di far scordare la nomea dell’ingombrante nonno cambiando anche la pronuncia del cognome. Quando riceve il lascito testamentario dell’avo è costretto a partire per la Transilvania e trovati gli appunti di Victor Frankenstein si convincerà che riportare in vita un morto.. si può fare!

Il tributo per la scomparsa di Gene Wilder, avvenuta ieri all’età di 83 anni, passa obbligatoriamente da Frankenstein Junior celeberrima parodia del genere horror di cui l’attore non fu solo protagonista, ma fu anche latore dell’idea da cui si sviluppò il film e collaborò alla sceneggiatura.
Premetto che il genere parodistico non è la mia passione però il valore di Frankenstein Junior è innegabile: personalmente ammiro la perfetta ricostruzione delle atmosfere degli horror anni ’30: ovviamente ci si ispira a Frankenstein e al seguito La Moglie di Frankenstein ma l’ambientazione in Transilvania che con il film e il romanzo originale mi pare proprio che non centri, rimanda a Dracula, altro classico mostro della Warner.
Si riproduce il più fedelmente possibile lo studio nel castello rivolgendosi allo scenografo, ormai ottantenne, dei film di James Whale.
FrankensteinjuniorIn realtà la citazione più fedele è verso un sequel del 1939 Il figlio di Frankenstein e infatti tutto il film mette in scena il “ciarpame” gotico che diventa caratteristica dei b movie ispirati ai grandi classici: la nebbia, il castello diroccato, le ragnatele secolari ecc..
Il film comprende anche citazioni di altri generi filmici in voga negli anni ’30:che cos’è l’inserto del balletto sulle note di Puttin’ on the Ritz portata al successo da Fred Astaire, se non un omaggio alle commedie musicali dell’epoca?
Su questo impianto visivo parodistico s’inserisce la comicità surreale dei protagonisti fatta di tormentoni: Igor/Aigor contrapposto a Frankenstein/Frankensteen e Frau Blücher il cui solo nome fa imbizzarrire i cavalli, per tacer del celebre Lupu ululà e castello ululì! entrato di diritto nella cultura pop.
Interessante anche l’uso di sguardi in macchina a cercare la complicità dello spettatore nelle situazioni più assurde e mi sovviene che questa è una caratteristica dei film di Stanlio&Ollio, continuando anche in ambito comico la citazione/tributo ai classici anni ’30.

Addio a Christopher Lee

giugno 11, 2015

ChristopherLee Solo oggi si è saputo che domenica 7 giugno è scomparso Christopher Lee, al secolo Christopher Frank Carandini Lee nato a Londra il 27 maggio 1922 ma con ascendenze italiane essendo figlio della nobildonna  Estelle Marie Carandini dei marchesi di Sarzano, e come si evince dal cognome l’attore vanta una parentela con l’archeologo Andrea Carandini.
E’ stato un attore completamente dedito al lavoro tanto da essere comparso in quasi trecento film, dando vita a bizzarri incroci tra i personaggi interpretati, ad esempio aver vestito i panni sia di Sharlock Holmes che del fratello Mycroft Holmes e del Lord di Baskerville e altre amenità cinefile che potrete trovare nei trivia della sua pagina imdb.
L’attività recitativa di Lee iniza dopo il secondo conflitto mondiale e il debutto sul grande schermo avviene nel 1948 nell’ottimo mistery/horror Il mistero degli specchi di Terence Young. Un esordio che sembra anticipare il destino dell’attore che dopo otto anni di gavetta approda alla Hammer per interpretare “la creatura” ne  La maschera di Frankenstein, insieme all’amico Peter Cushing che interpreta Frankenstein.

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La maschera di Frankenstein sbanca i botteghini e la Hammer prosegue nel suo lavoro di rivisitazione dei mostri Universal degli anni’30 puntando sulla coppia di antagonisti Cushing /Lee.
Nel 1958 i due interpretano per la prima volta Van Helsin e Dracula in Dracula il vampiro: il vampiro di Lee è memorabile quanto quello di Bela Lugosi e l’attore rivestirà i panni del principe della notte ben 12 volte tra il 1958 e il 1976, sette volte solo per la Hammer che lo utilizza anche in altri ruoli ad esempio la serie di cinque film dedicata alla maschera del perfido Fu Manciù.
Dracula

LamummiaIl film della serie di mostri Hammer che preferisco, però, è certamente La mummia del 1959, remake della versione del 1932 con Boris Karloff, anche se viene considerata migliore la pellicola di Karl Freund, io adoro la versione del 1959 perché è uno dei primi ricordi cinematografici della mia infanzia e la trovo molto più romantica della prima.
Per quanto Sir Christopher non amasse la definizione di star dei film del terrore, Lee fu sicuramente un’icona del genere per tutti gli anni ’60 lavorando anche in Italia con Mario Bava nel notevole La frusta e il corpo, La vergine di Norinberga di Antonio Margheriti entrambi del 1963 e ne La cripta e l’incubo, per la regia di Camillo Mastrocinque nel 1964.
Nel 1973 è protagonista dell’interessante horror The Wicker Man, di Robin Hardy, il film è poco visibile molto più conosciuto à il remake del 2006, Il prescelto con Nicholas Cage che pur non essendo all’altezza dell’antecedente, riesce a far intuire l’atmosfera dei riti pagani studiati da Hardy per trasporli nella sua pellicola.
Dookusarumancharlemagne Nel 2011 il regista ha ripreso le tematiche pagane in The Wicker Tree e ovviamente anche in questo film c’è un ruolo per Lee.
Sul finire degli anni ’70 è pronta una nuova leva di registi cresciuti con i film dell’attore che sono ben lieti di affidargli un ruolo nelle loro opere: Spielberg in 1941: Allarme a Hollywood, Joe Dante in Gremlins 2 – La nuova stirpe e poi la collaborazione con Tim Burton, che lo annovera tra i suoi attori feticcio insieme a Lugosi e Vincent Price e lo sceglie per Il mistero di Sleepy Hollow, La fabbrica di cioccolato, come voce de La sposa cadavere e per Dark Shadows.
George Lucas gli riserva il ruolo del Conte Dooku nella seconda trilogia di Guerre Stellari (episodi II e III)
Il ruolo che forse lo svincola, almeno presso le nuove generazioni, dalla figura di Dracula è quello di Saruman nella doppia trilogia che Peter Jackson ha dedicato al ciclo de Il signore degli anelli e Lo Hobbit tra l’altro Christopher Lee aveva anche avuto modo di conoscere l’autore della saga, J.R.R. Tolkien.
Christopher Lee è stato un artista poliedrico la cui iperattività non si limita solo al mondo del cinema: da sempre dotato di una bella voce, ben oltre gli 80 anni si avvicina alla musica metal e nel 2010 compone addirittura Charlemagne: By the Sword and the Cross un’opera sinfonica metallara dedicata a Carlo Magno di cui Lee è discendente, ovviamente dal ramo italiano della famiglia.

Dracula

aprile 30, 2014

Dracula Riportato in vita da van Helsing (!) Dracula si trasferisce a Londra fingendo di essere un ricco imprenditore americano di nome Alexander Grayson che promuove gli studi di una nuova tecnologia per ottenere elettricità senza fili. Le ricerche di Grayson sono osteggiate dagli esponenti della nobiltà inglese che ha investito tutto sul petrolio, in realtà lo scontro nasconde una lotta secolare tra Dracula e l’alleato van Helsing contro l’efferato Ordine del Drago che ha sterminato le famiglie di entrambi. Mentre organizza la sua vendetta, Dracula conosce Mina Murray che assomiglia in maniera impressionante all’amatissima moglie Ilona..

Nel delirio vampiresco degli ultimi anni non poteva mancare una serie tv che rievocasse le avventure del Dracula originario (Vlad Tepes) nella Londra vittoriana di fine ottocento, ma non crediate che queste premesse vogliano ricostruire un legame filologico con il romanzo di Bram Stoker, tuttaltro! L’intento della serie (mediocre) prodotta dalla NBC è quello di narrare la genesi dei nuovi vampiri che che infestano il piccolo schermo: se in The Vampire Diares i non morti possono camminare tranquillamente alla luce del sole, Dracula racconta i primi tentativi del vampiro “originale” per resistere alla luce tramite esperimenti scientifici condotti dall’insolito alleato Van Helsing.
Dracula si innamora ovviamente di Mina che è la reincarnazione dell’amata moglie Ilona, uccisa dal terribile Ordine che ha alle sue dipendenze anche una cacciatrice di vampiri (ci ho messo 3 o 4 puntate per cogliere il riferimento a Buffy).
Protagonista di questa bislacche avventure del principe delle tenebre è Jonathan Rhys Meyers, divenuto star delle serie storiche interpretando Enrico VIII nelle quattro stagioni de I Tudors. Il suo Dracula sembra essere una nemesi del personaggio precedente: se Enrico giostrava con un eccesso di mogli, Vlad è ossessionato da un unico grande amore che supera i secoli.
Per il resto c’è da segnalare la solita approssimazione storica tipica di queste serie in costume che lascia piuttosto a desiderare soprattutto nel comportamento delle giovani Lucy e Mina un po’ troppo poco irreprensibile per due giovinette di buona famiglia di epoca vittoriana.
Nonostante questo il serial è molto più casto delle serie storiche che sfruttano l’occasione dei costumi licenziosi per sfoggiare nudi o scene di sesso, anche la violenza è bandita riservando al povero Dracula un solo morso a puntata solitamente a fine episodio.