Archive for settembre 2022

Cyrano

settembre 13, 2022

MGM 2021
con Peter Dinklage, Haley Bennett, Kelvin Harrison Jr., Ben Mendelsohn, Bashir Salahuddin, Monica Dolan, Joshua James, Anjana Vasan, Ruth Sheen, Mark Benton, Richard McCabe, Peter Wight, Tim McMullan
regia di Joe Wright


Cyrano


La bella e squattrinata orfana Rossana accetta la corte del conte De Guiche solo per poter fare vita sociale. Un giorno a teatro s’innamora a prima vista di un bel ragazzo e quando scopre che Christian de Neuvillette è in città per entrare nella compagnia dei cadetti chiama l’amico d’infanzia, l’abile spadaccino Cyrano de Bergerac, perché prenda sotto la sua ala il nuovo arrivato. Cyrano, da sempre innamorato di Rossana accetta il compito e diventa amico di Christian, anche il giovane si è innamorato di Rossana ma non osa corteggiarla per la sua scarsa eloquenza, Cyrano diventa così il suggeritore delle lettere e le parole d’amore verso Rossana. Per sfuggire a De Guiche che vuole sposarla, Rossana si sposa con Christian e per vendetta il conte lo spedisce in battaglia. Quando alla vigilia di un’azione militare disperata Christian scopre che Cyrano ha scritto tutti i giorni a Rossana senza dirglielo, il giovane si fa uccidere in battaglia. Tre anni dopo ritroviamo Cyrano povero e ormai prossimo alla morte avere come unico conforto l’amicizia di Rossana, un giorno leggendo l’ultima lettera di Christian, Rossana si accorge che Cyrano la sa a memoria e intuisce la verità sulle missive che hanno costruito il suo rapporto con Christian e si rende conto di aver sempre amato Cyrano senza saperlo, ma ormai lo spadaccino sta spirando.



Cyrano


L’ultimo lavoro di Joe Wright è la trasposizione cinematografica del musical di Erica Schmidt che ha per protagonista il di lei marito, Peter Dinklage, protagonista anche della versione cinematografica, anche l’interprete femminile, l’attrice Haley Bennett compagna di Joe Wright, ricopre nel film lo stesso ruolo che ha nel musical.
Il regista torna alle suggestioni letterarie di Anna Karenina con il medesimo impianto teatrale delle scenografie molto importante all’interno dell’economia filmica ed entrambi i film si aprono durante una rappresentazione teatrale.
Cyrano è stato girato in Sicilia è molti luoghi sono riconoscibilissimi, a partire dalla cattedrale di Noto. L’ambientazione siciliana regala alla pellicola una luce dorata molto calda e luminosa che sottolinea i toni iniziali da commedia del film.
Se devo trovare un difetto alla pellicola l’ho trovato poco originale, un po’ sulla scia di Baz Luhrmann: il geloso conte de Guiche mi ha ricordato molto, anche fisicamente, il Duca di Monroth di Moulin Rouge! che vuole Satine tutta per sè ed è disposto ad uccidere, la vendetta di De Guiche è più sottile spedendo Christian e Cyrano in battaglia quando scopre che Rossana si è sposata con un altro.



Cyrano jpeg


Interessante invece la rilettura amorosa del triangolo Rossana, Christian, Cyrano: paradossalmente è il solitamente fatuo Christian ad uscirne meglio: si accorge della lacrima di Cyrano sulla lettera e capisce che l’amico è innamorato di Rossana e dalla grande corrispondenza intercorsa tra i due senza interpellarlo intuisce anche che Rossana ama le parole di Cyrano più di lui e decide di correre incontro alla morte in battaglia.
Ottima la prova di Peter Dinklage nei panni di Cyrano, il folletto del Trono di Spade porta una grande dose di verità nel senso di inadeguatezza fisica dello spadaccino rispetto alla pletora di attori con naso finto per rispettare il difetto fisico del lungo naso dell’opera originale. Cyrano non ha avuto il coraggio di dichiararsi a Rossana per orgoglio, come ammette in punto di morte, per la certezza di un rifiuto.
Rossana è una donna colta che non potrebbe amare solo un bel ragazzo senza sentimenti ma non è stata in grado di accorgersi di chi l’ha sempre amata. Eppure ci sono dei momenti durante il film in cui i tre protagonisti sembrano ben consci dei loro gioco delle parti: lo sgaurdo di Rossana quando fa giurare a Cyrano di farle scrivere da Christian tutti i giorni è molto eloquente e anche la risposta di Cyrano, l’unica promessa sicuro di onorare tra quelle che la donna gli ha strappato prima della partenza della battaglia.
Tratto da un musical, Cyrano ne ripropone canzoni e danze ma in tono smorzato, lo stesso regista lo definisce un film con canzoni e per me che non sono una grande amente del musical, l’impasto canoro non invandente è risultato particolarmente gradito.

Manicomio

settembre 9, 2022

Bedlam
USA 1946 RKO
con Boris Karloff, Anna Lee, Billy House, Richard Fraser, Glen Vernon, Ian Wolfe, Jason Robards Sr, Leyland Hodgson, Joan Newton, Elizabeth Russell, Skelton Knaggs, John Goldsworthy
regia di Mark Robson



Manicomio


1761: l’avido George Sims, con velleità letterarie, è il dispensiere generale del manicomio di St Mary Bethlehem comunemente detto Bedlam, quando il poeta Colby muore cercando di fuggire dal manicomio, Lord Mortimer chiama a rapporto Sims che qui incontra la protetta del nobile, Nell Bowen. Tra Sims e la ragazza è odio a prima vista e il disprezzo di Nell aumenta quando va a visitare Bedlam dove i matti vengono esposti a pagamento. Su consiglio del quacchero Hannay, Nell usa la sua influenza su Mortimer per cercare di riformare il manicomio ma Sims sa abilmente rigirare la situazione e far litigare Nell e Mortimer, esasperando gli animi a tal punto da far internare Nell a Bedlam. Una visita clandestina di Hannay convince la ragazza a cercare di cambiare le cose anche dall’interno irritando ancor di più Sims che la sbatte in cella con un energumeno furioso conquistato dalla gentilezza della ragazza. Per impedire che il nuovo incontro con la commissione liberi Nell, Sims si appresta a darle una sua pozione ma gli altri internati si oppongono e si ribellano catturandolo, mentre Nell fugge, i pazzi celebrano il processo al loro carnefice giudicandolo sano di mente e concedendogli la libertà ma Dorothea, muta vittima degli abusi di Sims lo uccide. Il corpo viene nascosto in un intercapedine a cui stava lavorando Hannay ma il quacchero tace per lasciare che la commissione proceda con le riforme per rendere più umane le condizioni degli internati conquistando così l’amore di Nell.



Bedlam


Se è ben noto che Stanley Kubrick s’ispirò al pittore inglese William Hogarth per il suo Barry Lyndon, è assai meno risaputo che già trent’anni prima, il produttore Val Lewton, alla sua ultima produzione RKO, si ispirasse al pittore inglese, in particolare al quadro del 1733 Il manicomio di Bedlam (dalla serie Carriera del libertino): il dipinto viene fedelmente ricostruito nella prima scena in cui si vede l’interno del manicomio, quando Nell va a fare la visita e dal primo piano che rivela il raccapriccio per quello che si trova davanti la macchina da presa si allarga fino a mostrare la stessa composizione del quadro ispiratore.



Manicomio


Bedlam è più un film in costume che un horror ma l’uso del buio, del non visto e la musica thriller sono cifre stilistiche della produzione lewtoniana ben presenti anche in questo film.

Notevole la prova degli attori: Karloff passa con grande capacità dal tono ossequioso e servile che Sims ha con i nobili al ghigno crudele con cui sevizia gli internati del suo manicomio. Anna Lee è carismatica nel dipingere la figura di Nell, attrice che ha saputo farsi strada nella vita, con un buon cuore che cerca di rinnegare, si caccia nei guai per orgoglio e la troppa spavalderia che non la fa mai cedere davanti alle vessazioni di Sims e il suo esempio porterà tutto il manicomio a ribellarsi all’aguzzino, per giunta dimostrando più umanità delle persone normali perché i pazzi sono in grado di riconoscere e perdonare le debolezze di Sims; ovviamente la liberazione del dispensiere lo avrebbe portato a una vendetta ma l’intervento di Dorothea, la muta colomba, vittima prediletta di Sims, elimina definitivamente il crudele personaggio.



Manicomio


Ispirandosi al quadro di Hogarts e ad altre stampe, la pellicola restituisce una ricostruzione piuttosto fedele delle contraddizioni dell’epoca: le condizioni indicibili degli internati, non sempre per malattia ma spesso per liberarsi di rivali o parenti scomodi, in contrasto con l’opulenza della classe nobile per cui i matti sono sono fenomeni da baraccone da deridere, a cui far recitare strampalate commedie rivestiti di vernice d’oro che ne causerà la morte. Tra questi due mondi opposti si muove la figura del quacchero che con la sua fede riesce a smuovere la sensibilità di Nell e poi a conquistarne il cuore.

Pinky, la negra bianca

settembre 5, 2022

Pinky
USA 1949 20th Century Fox
con Jeanne Crain, Ethel Barrymore, Ethel Waters, Kenny Washington, Evelyn Varden, Basil Ruysdael, Frederick O’Neal, Nina Mae McKinney, William Lundigan, Griff Barnett
regia di Elia Kazan



Pinky la negra bianca


Patricia “Pinky” Johnson è una ragazza di colore talmente chiara da essere scambiata per bianca. Con molti sacrifici la nonna lavandaia l’ha mandata a Boston a studiare da infermiera e qui Patricia ha rinnegato le proprie origini passando per bianca e innamorandosi di un dottore. Pinky torna in Virginia alla fine degli studi, indecisa se accettare la proposta di matrimonio del dottor Adams, rivelandogli le sue origini. Dicey, la vecchia nonna è comprensiva con i turbamenti della ragazza ma quando la signora Em si ammala le chiede di farle da infermiera personale, Pinky accetta a malincuore perché ricorda le umiliazioni patite da bambina dalla vecchia imperiosa ma accetta solo per fare un piacere alla nonna. Tra la vecchia inferma e la sua infermiera si stabilisce un legame di affetto e quando la signora Em muore lascia la sua casa a Pinky. I parenti inpugnano il testamento ma Pinky è disposta ad andare in tribunale perché le volontà della signora Em vengano rispettate. Questo le costerà il legame con il dottore ma sarà in grado di trasformare la vecchia magione in un asilo e in una scuola per infermiere di colore.



Pinky lanegra bianca


Il titolo italiano oggi risulta obbrobrioso ma credo non vada censurato per sottolineare il cambiamento dei tempi.
Il film è un robusto melodramma che doveva essere diretto da John Ford che abbandonò il progetto dopo solo una settimana di riprese per dissapori con il produttore Darryl F. Zanuck che si rivolse al poco più che esordiente (era al quarto film) Elia Kazan che si era occupato di ansisemitismo nel lavoro precedente, Barriera Inviisibile.
Pinky accusa i segni del tempo: è un classico film di una major tutto girato negli studios, l’attrice caucasica Jeanne Crain è un po’ legnosa ma alcune scene hanno ancora una loro potenza, tutte quelle che riguardano il repentino cambio di atteggiamento dei bianchi quando capiscono che Pinky è una ragazza di colore: la rissa con Rozella e Jake Walters, il tentativo di stupro da parte dei due ragazzi prima gentilissimi nei confronti di una ragazza bianca vicina a un quartiere di baracche di afroamericani. Si capisce benissimo perché Pinky, lontana da casa abbia lasciato credere di essere bianca.



Pinky


Anche Tom, il dottore che vuole sposarla, chiede a Pinky di rinunciare alla sue origini e continuare a fingersi bianca, per questo motivo Pinky lo lascia: l’incontro con la dispotica signora Em ha cambiato profondamente la ragazza. Anche se vive nella sua vecchia villa coloniale, burbera con tutti i bambini indistintamente dalla razza, tra la signora Em e nonna Dicey si è creato un legame che va oltre le classi sociali e le barriere razziste: nell’ormai obsoleto genere dei woman movies scorre ancora una vena di sorellanza e indipendenza che andrebbe rivalutata.