Non sempre pero’ il telegiornale e’ foriero di cattive notizie: sempre la scorsa settimana in un tg di notte fonda che presenta una rubrica sui libri ho ritrovato un vecchio.. come definirlo? mentore? maestro? amore? Per evitare la suspence vi diro’ che si trattava di Vieri Razzini, le borse (sotto gli occhi) piu’ affascinati della critica cinematografica italiana, di cui purtroppo non sono riuscita a reperire neppure una foto in rete. Stava presentando un suo libro "il dono dell’amante" per i tipi della Baldini&Castoldi, ho scoperto che ha fondato anche una sua casa di produzione cinematografica, la Teodora film che ha importato in Italia pellicole interessanti come Krampak, Lucia y el sexo, Un bicchiere di rabbia, Le biciclette di Pechino. Ma per me resta sempra uno dei piu’ grandi critici televisivi che ha presentato per rai3 , nei primi anni 90 rassegne indimenticabili: dall’opera omnia di MarcoFerreri introdotta da una lunga intervista, al ciclo sul cinema americano con la sigla indimeticabile di Buscaglione "voglio scoprire l’america" . E’ l’uomo che ci ha presentato Gregory La Cava il cui tema dominante nei film e’ il rapporto col il denaro, colui che ci ha spiegato Mitchell Leisen e il suo eterno modulo della notte d’amore negata.. come non rimpiangerlo?
Archive for agosto 2003
a volte li ritrovi
agosto 22, 2003tanto per sapere..
agosto 21, 2003E’ solo la mia tag board, istallata da due giorni, che ha deciso di scioperare ( ferie anticipate? non le piace dove l’ho posizionata? detesta il mio blog? e dammi il tempo di fare conoscenza,no!) o capita anche agli altri?
repliche
agosto 21, 2003L’estate e’ tempo di repliche televisive, si sa, ma nei giorni di ferragosto credo che al telegiornale Rai siano arivati a replicare una notizia dello scorso anno: non paghi di ossessionarci con siccita’ alternate a nubifragi, sterminio di anziani e altre frivolezze simili, forse per allietare gli spiriti, sono stati commemorati i 60 anni di vita di Casablanca, uno dei piu’ famosi film di tutti i tempi.
Peccato che il suddetto capolavoro sia del 1942 e, se non erro ora corre l’anno domini 2003 quindi gli anni sono sessantuno, se la matematica non e’ un’opinione..
Se ne sente davvero il bisogno?
agosto 18, 2003Copio e incollo col gelo nelle vene.
Remake di Testimone d’accusa
Los Angeles, 18 agosto 2003 – La Mgm sta pensando al remake del giallo giudiziario di Billy Wilder , Testimone d’accusa. Tratto da un libro di Agatha Christie, fu girato dal grande regista nel 1957. Fu una fortunatissima parentesi drammatica tra le commedie rosa del cineasta americano. Nel cast c’erano niente meno che Marlene Dietrich, Tyrone Power e Charles Laughton. Era la storia di un avvocato che difende un uomo accusato di omicidio, la cui enigmatica moglie non vuole però confermarne l’alibi. Si scoprirà che era tutta una messainscena della coppia. Il film ottenne sei nomination agli Oscar. Il remake, secondo la casa di produzione, sarà ambientato nel presente e negli Stati Uniti.
about John Ford
agosto 13, 2003Il 31 luglio scorso si celebravano i trent’anni dalla scomparsa del grande uomo che si chiamava John Ford e faceva western, mi sono dimenticata di "celebrarlo" il giorno esatto, ma la settimana seguente c’e stata la bagarre con il Capitano Stinkybeard sui ricordi piu’ o meno esatti di soldati a cavallo, il film che rai3 aveva trasmesso pe celebrare il trentennale.
Molto e’ stato scritto su di lui in queste settimane, ma sinceramente penso che il nostro sia stato involontariamente un ricordo molto bello e in perfetto stile Ford: l’humor, la "rissa" e la storia che si stempera nel mito, per cui era giustissimo pretendere che She wore a jellow ribbon aprisse Horse Soldiers: una traslitterazione degna de "l’uomo che uccise Liberty Valance".
Onore al grande P. James e soprattutto viva John Ford!
Porzus o del doppiaggio
agosto 11, 2003
La diatriba sul doppiaggio e’ solitamente rivolta alla traduzione di film stranieri, che tanti vorrebbero in sala con i sottotitoli e la possibilita’ di ascoltare le voci delle loro star preferite.
La visione dell’ultima parte del film Porzus venerdi’ sera pero’ mi porta a riflettere su una forma di doppiaggio ormai caduta in disuso: quello di rendere omogeneo il linguaggio di un film italiano.
Porzus narra (con molti demeriti) una tragica storia della resistenza in cui un gruppo di partigiani comunisti trucida altri partigiani di matrice cattolica. La storia viene rievocata da due sopravvissuti dei blocchi avversari che in tarda’ eta’ si rincontarano per una resa dei conti.
La vicenda si svolge sulle montagne del Friuli e benche’ le molte cadenze dialettali degli interpreti possano venire accettate, e’ abbastanza fastidioso vedere uno dei personaggi principali, Geko, comandante della Garibaldi, interpretato all’epoca della vicenda partigiana dal giovane Lorenzo Crespi dal forte accento meridionale e da anziano da Gastone Moschin che sfodera un impeccabile accento friulano.
Sono arrivata anche a pensare che Geko non fosse orginario di quei luoghi e poi vi sia rimasto dopo i tragici eventi che lo videro protagonista, giustificazione un po’ lambiccata per un film che tra i pochi meriti ha quello di una perfetta ricostruzione storica, ma la fedelta’ storica non passa anche attraverso il linguaggio?
Non e’ compito degli attori aver una dizione perfetta e all’occorenza imitare i piu’ diversi dialetti? Le suore da me lo pretesero quando alle medie mi fecero recitare una commedia di Goldoni! Esperienze personali a parte , essere doppiati in patria non e’ un demerito (soprattutto quando questo torna a vantaggio del film al cui servizio dovrebbe essere l’attore): accadde anche a Mastroianni in una delle sue prime apparizioni e, non vorrei sbagliare, venne doppiato da Sordi.
La legge degli opposti
agosto 9, 2003dall’introduzione di Vita di Pi di Yann Martel:
Una comunita’ che non sostiene i propri artisti sacrifica l’immaginazione sulll’altare della cruda realta’, rischiando di coltivare sogni senza valore.
per la legge di cui sopra mi corrono alla mente sequele di governi italiani, di cui l’ultimo e’ il piu’ fulgido esempio di una agghiacciante selezione naturale.
Il monaco
agosto 8, 2003Pur riconoscendomi nelle parole del grande Rino Gaetano che in “mio fratello e’ figlio unico” sostevena che un film non va mai giudicato senza prima vederlo, son qui a scrivere di un film che non e’ ancora uscito nelle nostre sale, per quanto non mi aspetti molto (spero di essere
piacevolmente smentita) so gia che correro’ a vederlo: tutta colpa di Jhon Woo e un po’ di tai chi, per non parlare del fascino magnetico di Chow Yun-fat!
Alla fine del bel libro edito della Lindau su John Woo, Una Tempesta Di Piombo, c’e’ un’intervista all’attore alterego del grande regista di Hong Kong, che spiega il ritardo dell’inizio della sua carriera hollywoodiana in quanto i ruoli propostigli ritornavano sempre all’icona di lui che impugna due pistole.
Cosa fedelmente riproposta nella locandina del nuovo film (dai trailer credevo che questo monaco-highlander avrebbe utilizzato solo le armi classiche del kung-fu).
Evidentemente non e’ bastato il ruolo dell’eroe nel blockbuster di Ang Lee, per far cancellare l’elegante immagine del sicario Joeffrey in The killer o meglio ancora dello sbruffone Mark (un moderno Clark Gable orientale e sicura fonte d’ispirazione per Tarantino) in A better tomorrow 1 e 2
Gone with the wind
agosto 7, 2003guarda qua.. per "bagnare il naso" (da quanto non sentivo questa espressione? seconda elementare?) a uno dei pui grandi westerofili che conosca passo pure per una a cui non piace Via col vento! IO, che per quel film ho fatto anche gruppi d’ascolto notturni: tutte a tifare che Rett mollasse Rossella con un palmo di naso (ultimamente mi sto ricredendo anche su Miss O’ Hara.. l’eta’ rende sentimentali!)
IO , che me lo sono rivista anche ieri sera su rete4 pur avendolo in vhs e pure in dvd..