Archive for luglio 2022

La vedova allegra 1925

luglio 21, 2022

The Merry Widow
USA 1925 MGM
con Mae Murray, John Gilbert, Roy D’Arcy, Josephine Crowell, George Fawcett, Tully Marshall, Edward Connelly, Sidney Bracey, Albert Conti, Hughie Mack, Clark Gable, Dale Fuller, Don Ryan, George Nichols
regia di Erich von Stroheim



Lavedovaallegra


A un giorno di viaggio da Castellano, capitale del regno di Monteblanco, avviene l’incontro tra Sally O’Hara, stella di una compagnia americana e i principi in incognito Danilo Petrovich e Mirko, erede al trono. Danilo è un seduttore impenitente però s’innamora della bella Sally ma il viscido cugino fa in modo che la ragazza scopra che l’amato le ha tenuto nascosta la sua vera identità dopo la loro prima (casta) notte d’amore. Danilo decide di sposare Sally ma i sovrani si oppongono e il principe è costretto a rinunciare alle nozze, certo che la sua lettera d’addio sia arrivata a Sally, che invece riceve la notizia da Mirko che la tratta come una cortigiana. Per ripicca Sally sposa il vecchio barone Sadoja che muore la prima notte di nozze. Ora che è la donna più ricca del regno e folleggia a Parigi, Sally diventa la sposa ideale per Mirko, che punta ai suoi milioni. Anche Danilo raggiunge Sally a Parigi e convinto che sia veramente innamorata del cugino non si difende durante un duello contro di lui. Fortunatamente Danilo si salva mentre Mirko viene ucciso proprio il giorno dell’incoronazione così Danilo e Sally oltre che marito e moglie diventano anche sovrani di Monteblanco


The merry widow


Dopo l’insuccesso di Greed, Erich von Stroheim deve ripagare i debiti alla MGM girando la seconda versione delle quattro tratte dall’operetta omonima di Franz Lehár, sotto la supervisione attenta di Irving Thalberg che cercò di moderare gli eccessi del regista e impose l’happy end finale. La vedova allegra fu anche uno dei primi film ad avere inserti a colori, ma quella versione è andata perduta.
Colpisce che il regista, figlio di un cappellaio viennese che millantava nobili origini, fosse così implacabile nel denunciare i vizi e le ipocrisie della nobiltà a cui fingeva di appartenere, a differenza della terza versione diretta da Ernst Lubischt una decina di anni dopo, Stroheim si concentra sull’antefatto, di poco spessore anche nell’operetta, dell’amore tra Danilo e Sally prima che diventi la ricca baronessa Sadoja con l’incontro fortuito nell’alberghetto dove stanzia l’esercito di ritorno dalle manovre e dove arriva la frizzante “rosa irlandese” che sa tenere a bada la corte di quelli che crede dei comuni ufficialetti.
Mentre il viscido Mirko fa di tutto per mettere in difficoltà il cugino già nel villaggio, Danilo riesce a mantenere segreta la sua vera identità ma rimane molto colpito dalla ragazza, è già innamorato senza saperlo come dimostra la geniale sequenza dell’esibizione di Sally che, mostrando cosa osservano gli spettattori dal binocolo, racconta i diversi tipi di passione, il vecchio e sciancato Sadoja guarda eccitato le caviglie della ragazza, esemplificando il fetiscimo, Mirko ne ammira il corpo incarnando la lussuria, Danilo ne guarda il volto, dimostrazione amorosa.
Altro momento molto bello è il montaggio alternato tra la romantica cena tra Danilo e Sally e la festa orgiastica organizzata da Mirko, entrambi si tengono da “Francois” il locale più in di Castellano. Mentre Danilo guarda addormentarsi la ragazza mentre due musiciste seminude suonano bendate, Mirko spara a una statua bucandole, quindi aprendole, gli occhi. Un simbolismo esplicitato nella scena seguente dove il principe ereditario riesce finalmente a svelare la vera eredità del cugino che per salvare l’onore della fanciulla è costretto a chiederne la mano.
Il secondo in linea di successione al trono però non può sposarsi con una ballerina, neppure in un regno da operetta così i sovrani intervengono per impedire le nozze, rischiando di smascherare anche il loro falso sentimento che regge il regno.
La regina Milena fa di tutto per consolare il nipote ma brucia la lettera d’addio a Sally dopo averla strappata, strappo che corrisponde al momento di disperazione in cui Sally straccia l’abito nuziale dopo essere stata informata con la solita malignità da Mirko che le nozze sono saltate e lei deve lasciare il Paese.



La vedovallegra


Dopo aver accettato di sposare il vecchio barone per ripicca, Sally è disgustata dal dover passare la notte con lui ma per sua fortuna il vecchio muore prima che le nozze vengano consumate facendo di Sally una vedova ricchissima. Terminato il lutto, Mirko con il benestare dei genitori si reca a Parigi per recuperare i milioni che fanno la fortuna del regno prima che Sally impalmi qualcun altro, per sottolineare l’intento economico di Mirko quando il principe ereditario rincontra la ragazza ormai diventata una sofisticata dama parigina, l’immagine della donna viene virata al negativo per far risplendere solo i suoi gioielli, unico interesse di Mirko, trucco che mi ha ricordato la Lorelei de Gli uomini preferiscono le bionde che vede la testa di Piggy trasformarsi in un enorme diamante.
Anche Danilo corre a Parigi ma la gelosia gli fa credere Sally accetti la corte del cugino mentre in verità lo ripaga con acide frecciate, così all’inevitabile duello tra i due non spara al cugino che invece mira al cuore. A Sally che lo raggiunge sul luogo del duello confida di aver risparmiato Mirko perché è l’uomo che lei ama.
Che per Stroheim il film dovesse finire con questa tragedia è chiarissimo anche dal salto temporale: si torna a Castellano, Danilo è convalescente e felice con Sally quando arriva la notizia della morte del re Nikita, al funerale del sovrano un vecchio soldato che era stato malmenato da Mirko e i suoi amici la notte dell’orgia, uccide il principe ereditario ormai a un passo dall’esser sovrano spianando la strada al trono per Danilo e Sally.

Il mistero di Sleepy Hollow

luglio 15, 2022

Sleepy Hollow
USA 1999
con Johnny Depp, Christina Ricci, Miranda Richardson, Michael Gambon, Casper Van Dien, Jeffrey Jones, Richard Griffiths, Ian McDiarmid, Michael Gough, Christopher Walken, Marc Pickering, Lisa Marie, Steven Waddington, Claire Skinner, Christopher Lee, Mark Spalding, Martin Landau
regia di Tim Burton



Sleepy hollow

New York, 1799, l’agente Ichabod Crane, troppo incline a usare metodi scientifici, viene inviato nel paesino di Sleepy Hollow per indagare su una serie di morti misteriose. Giunto sul posto Crane scopre che la comunità pensa che i delitti siano da attribuire al leggendario Cavaliere Senza Testa, morto una ventina di anni prima; con l’aiuto della bella Katrina Van Tassel e del giovane Masbath, Ichabod riuscirà a risolvere l’intricato mistero e a venire a patti con i ricordi dolorosi che lo perseguitano


Sleepy hollow


Il film si apre su del sangue che gocciola, ma è solo apparenza, in realtà è la ceralacca con cui Peter Van Garrett sigilla il suo testamento, causa della sua morte e di tutte le altre decapitazioni che terrorizzano Sleepy Hollow.
Un film sull’inganno e l’apparenza quindi, come dimostra il giochino dell’uccellino e della gabbia, unico ricordo che Ichabod conserva della madre, un giallo che si ammanta di gotico ma Tim Burton non rinuncia all’elemento fantastico e l’assassino materiale è proprio il crudele cavaliere dell’Assia ma manovrato per prosaici fini economici.



Sleepy hollow

Confesso che quando vidi il film al cinema c’era qualcosa che mi stonava e solo ora ho capito che, da figlia della Vecchia Europa, ho fatto molta fatica a capire il passaggio tutto americano che un individuo morto da circa vent’anni fosse già un personaggio leggendario: per la mia (ingenua) mentalità per diventare leggenda ci vuole almeno un secolo di foschi racconti.



Il mistero di sleepy hollow

Tralasciando le mie balzane elucubrazioni, Tim Burton ci regala con Il Mistero di Sleepy Hollow, l’ennesimo protagonista “disagiato”: Ichabod Crane è un agente di polizia, progressista lo definiremmo oggi: appassionato ai più moderni metodi scientifici per condurre le indagini, ha una forte repulsione per la tortura e gli aspetti repressivi della giustizia del tempo per questo il tribunale lo spedisce a Sleepy Hollow con il compito di risolvere il mistero pena il licenziamento. La chiusa comunità del villaggio e l’efferatezza degli omicidi aumentano il fastidio di Ichabod perso la violenza ma oltre il disgusto affiorano anche i ricordi dell’infanzia: la madre “figlia della natura” in stretta connessione con essa e la magia bianca è stata torturata e uccisa dal rigido padre segnando anche fisicamente (le cicatrici sulla mano) il piccolo Ichabod.



Il mistero di sleepy hollow

Ricco di citazioni e autocitazioni, Il Mistero di Sleepy Hollow è il film degli easter egg con importanti personaggi non accreditati: non compaiono nei crediti il Cavaliere Senza Testa, interpretato da Christopher Walken e nemmeno Martin Landau, il Peter Van Garrett che stila il testamento da cui partono gli omicidi e a cui è dedicata tutta la sequenza d’apertura, è interpretato da Martin Landau.

Ribalta di gloria

luglio 13, 2022

Yankee Doodle Dandy
USA 1942, Warner Bros
con James Cagney, Joan Leslie, Walter Huston, Richard Whorf, George Tobias, Irene Manning, Frances Langford, S.Z. Sakall, Jeanne Cagney, Walter Catlett, Rosemary DeCamp, Eddie Foy Jr.
regia di Michael Curtiz



Yankee doodle dandy

Il celebre attore di rivista e compositore George M. Cohan nel suo ultimo spettacolo fa la parodia del presidente in carica: Franklin Delano Roosevelt, quando viene convocato alla casa Bianca l’artista teme una reprimenda invece il presidente, dopo aver ascoltato la sua storia personale, lo premia con la medaglia d’onore del Congresso per il peso che la sua musica patriottica ha avuto nella storia americana.



Ribalta digloria

George M. Cohan è una gloria nazionale americana poco nota qui da noi, anche se conosciamo diverse delle sue canzoni. Attore e compositore, Cohan ha il primato di essere il primo artista a cui fu dedicata una biografia e un biopic mentre era ancora in vita, l’artista ebbe anche l’opzione di scegliere l’attore che lo avrebbe impersonato e la scelta cadde su James Cagney che per questo ruolo vinse l’unico Oscar della carriera.



Ribalta di gloria

La regia è di Michael Curtiz che da par suo sa fare un grande racconto retorico delle vicende personali di Cohan, che fu autore tra l’altro di Over There, l’inno dell’esercito americano e il film non nasconde la propaganda bellica in favore dell’ingresso degli USA nel secondo conflitto mondiale. I momenti registicamente più belli sono però alcune ellissi temporali (le inquadrature delle luci di Broadway per raccontare i successi degli anni ’20) o alcuni tagli registici come il titolo dello spettacolo letto dal libretto sbirciando dalla spalla della spettatrice nel palco.



Ribaltadi gloria

Per cui ama il musical americano è un film imprescindibile visto che gran parte della pellicola ricostruisce i numeri più importanti dell’artista e c’è praticamente un riassunto del suo primo grande successo Yankee Doodle Dandy in cui Cagney ha modo di dar prova delle sue grandi doti di cantante e ballerino. La vicenda personale dell’artista invece ha un tono molto sentimentale incentrata com’è sul rapporto idilliaco con la famiglia: con la madre, il padre e la sorella George M. Cohan recitò fin dalla prima infanzia ne The Four Cohans e anche l’amore con la cantante e ballerina Mary non presenta una nuvola, come il rapporto con Sam Harris, produttore con cui Cohan firmò i suoi più grandi successi.

I Compagni

luglio 5, 2022

Italia 1963, Cinelux
con Marcello Mastroianni, Bernard Blier, Folco Lulli, Annie Girardot, Renato Salvatori, François Périer, Mario Pisu, Piero Lulli, Vittorio Sanipoli, Bruno Scipioni, Pippo Starnazza, Giampiero Albertini, Gabriella Giorgelli, Raffaella Carrà, Giulio Bosetti, Kenneth Kove, Franco Ciolli
regia di Mario Monicelli



Icompagni


Torino fine ‘800: l’ennesimo incidente in una fabbrica tessile scatena il malcontento degli operai costretti a lavorare 15 ore al giorno, l’incontro fortuito con il professore Sinigaglia, sovversivo fuggito da Genova porta gli operai ad organizzare uno sciopero che dura trenta giorni e finirà nel sangue con la morte del giovane Omero



Icompagni


Film molto amato dall’autore che lo preferiva a La Grande Guerra, I compagni non ebbe grande riscontro in Italia e basta vedere il film per notare l’attualità di molti dialoghi e situazioni di lavoratori sfruttati e sottopagati.
La pellicola è un film corale che, con il solito spirito dissacrante di Monicelli, racconta la presa di coscienza della classe lavoratrice: i primi primi tentativi falliti di dissenso (la sirena di fine lavoro suonata un’ora prima del solito) l’organizzazione dello sciopero, i rapporti che si creano tra i vari protagonisti, comprese le storie d’amore: Adele, la figlia di Pautasso finito sotto il treno per fermare i “Krumiri” disoccupati fatti arrivare da Saluzzo s’innamora di Raoul, svagato sciupafemmine che la convivenza forzata con il professore trasforma suo malgrado in un espatriato, Bianca la sorella di Omero, s’innamora del soldato conosciuto durante una distribuzione di minestra per i poveri, soldato che si troverà in prima linea durante l’attacco ai manifestanti in cui muore Omero. La prostituta Niobe, figlia disconosciuta di un operaio s’invaghisce del bizzarro professore e lo accoglie in casa.



Icompagni


L’ambientazione di fine ‘800 permette di smorzare i toni drammatici del film con scene mutuate dalle comiche d’inizio secolo. molte situazioni, soprattutto negli scontri con quelli di Saluzzo rimandano alle battaglie da torte in faccia anche se qui finisce con la tragedia di Pautasso investito da un treno in transito.
Anche la svagatezza del professore, il suo arrivo fortuito da un un treno su cui ha viaggiato abusivamente rimanda a Chaplin e Buster Keaton ma di sicuro, i suoi modi impacciati in contrasto con l’eloquio convincente, il suo giocare con gli occhiali sono stati d’ispirazione per il Professore più famoso di questi ultimi anni, quello de La casa di carta.
Interessante e forse tristemente profetico il finale: mentre Bianca (una brava Raffaella Carrà) piange il fratello morto, unico sostegno della famiglia, il professore, prima di essere portato via dalle guardie, cerca disperatamente i suoi occhiali: una miopia dell’intellighenzia che, anche quando condivide la fame degli operai non può comprendere totalmente le ragioni?