Archive for marzo 2013

La contessa di Hong Kong

marzo 29, 2013

A Countess from Hong Kong
GB 1967
con Marlon Brando, Sophia Loren, Sydney Chaplin, Tippi Hedren, Patrick Cargill
regia di Charlie Chaplin

Ogden Mears, figlio del petroliere più ricco del mondo, con l’ambizione della politica, incontra ad Hong Kong l’entraineuse Natasha, figlia di nobili russi riparati in Estremo Oriente durante la rivoluzione e qui costretti a una vita di stenti. La ragazza ripara nella cabina di Ogden come clandestina per rifugiarsi in America, ovviamente durante il viaggio nasce l’amore e per Natasha Ogden abbandona le velleità politiche che lo costringerebbero a restare con la moglie per un matrimonio di facciata.

LacontessadiHongKong

La contessa di Hong Kong è l’ultimo film diretto da Charlie Chaplin e l’unico che il grande maestro gira a colori. Pur essendo un’opera piacevole, il livello è di gran lunga inferiore a quello dei capolavori a cui Chaplin ci aveva abituati e l’accoglienza della critica all’uscita in sala fu molto tiepida.
Di certo la commedia romantica nel 1967 era un genere già in declino e ai protagonisti viene chiesto di riproporre una comicità molto fisica tipica dell’epoca d’oro di Chaplin (la rincorsa a nascondersi ogni volta che suona alla porta) i due bellissimi protagonisti se la cavano, forse la Loren anche meglio di Brando ma per tutto il film ho avuto il sospetto che Chaplin abbia riproposto una comicità alla Charlot non tanto per senilità o perché non sapesse fare altro ma per ricordare con una punta di veleno la sua inarrivabile bravura.

Educazione Siberiana

marzo 21, 2013

A Fiume Basso, località non meglio precisata della Russia sovietica dove Stalin ha fatto deportare i criminali, crescono Kolima e Gagarin educati dal tostissimo nonno del primo secondo le regole della criminalità siberiana. I due ragazzi saranno divisi dalla vita e soprattutto da una ragazza, Xenia, mentalmente instabile..

Educazionesiberiana

Ink, il tatuatore che insegna a Kolima l’arte del tatuaggio, dice che tutte le vite degli uomini apparentemente sembrano uguali se non si osserva bene e purtroppo Salvatores non ha saputo osservare tra le pieghe dell’omonimo romanzo di formazione giovanile di Nicolai Lilin che pure forniva spunti interessanti appiattendolo sulla falsa riga di film e telefilm ben più celebri e ben realizzati: C’era una volta in America, Romanzo Criminale e Brigada visto l’ambientazione sovietica: amicizie infantili cementate da scazzottate e distrutte per una donna, i vecchi codici d’onore infranti per la più bieca brama di denaro.
Ci sono delle belle facce di attori sconosciuti in Educazione siberana ma manca il sangue e soprattutto il cuore: Salvatores si conferma suo agio nel dirigere ragazzi e bambini e infatti la prima parte del film è la più interessante poi si perde la possibilità di giocare con il lirismo offerto dal personaggio di Xenia, si salva sempre il “solito” David Bowie le cui canzoni sono sempre perfette come colonna sonora, in questo caso Absolute Beginners è un sottofondo ideale alla scena sul calcinculo.
Alla fine tutto diventa prevedibile, colpa anche del montaggio degli episodi del passato e delle scene del presente che anticipano e spiegano molto più del dovuto. Non ho mai amato la definizione di “film telefonato” ma stavolta la sottoscrivo con il rammarico per l’occasione sprecata.

ASFF – AS FILM FESTIVAL 2013

marzo 20, 2013

LOGO asff Sono aperte e gratuite le iscrizioni alla prima edizione dell’ASFF – AS FILM FESTIVAL 2013, primo festival del cortometraggio ideato ed organizzato da ragazzi con Sindrome di Asperger. Il bando – visibile al link www.asfilmfestival.org scade il 15 maggio 2013. Il festival si terrà a Roma a metà giugno 2013.

Poco nota in Italia, la sindrome di Asperger, una forma di autismo ad alto funzionamento, è stata spesso rappresentata al cinema e in televisione: ne sono affetti il personaggio della hacker Lisbet Salander della serie Millenium di Stieg Larsson, il protagonista investigatore delle serie Monk, l’ultimo Sherlock Holmes televisivo interpretato da Benedict Cumberbatch. Personaggi Asperger sono presenti in altre serie, tra cui Parenthood, Boston Legal, The Big Bang Theory e Grey’s Anatomy.

Realizzato dal Cineclub Detour di Roma e dello Studio Kilab con la collaborazione del Gruppo Asperger Onlus e sostenuto dall’Agenzia Nazionale per i Giovani nell’ambito del programma comunitario Youth in Action, AS Film Festival non è un festival sull’autismo, ma un festival cinematografico vero e proprio fatto da persone con autismo. Come in qualunque altro festival – spiegano gli organizzatori – sono previste proiezioni, incontri, ospiti, una giuria, dei premi. Insomma, un festival uguale agli altri. Però diverso!. Il gruppo di lavoro, coordinato da Giuseppe Cacace, è composto da quattro giovani universitari, tutti under 25, con Sindrome di Asperger: Francesco Campolo, Giulio De Amicis, Marco Manservigi ed Elena Tomei.

AS Film Festival prevede due sezioni competitive ed una vetrina speciale: la sezione Punti di Vista, per cortometraggi di qualsiasi genere e argomento e la sezione Ragionevolmente Differenti, per lavori senza limiti di durata, genere e tecnica dedicata ai filmaker di ogni età con Sindrome di Asperger o con disturbi pervasivi dello sviluppo e, più in generale, ad opere che raccontino storie legate alla Condizione dello Spettro Autistico. La vetrina speciale del festival sarà dedicata ai cinque anni della rassegna CINEMAUTISMO, curata da Marco Mastino e Ginevra Tomei per l’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Il regolamento per partecipare – a iscrizione gratuita – e il modulo di iscrizione da compilare sul sito del festival: www.asfilmfestival.org. Due copie in dvd (ammessi anche file video avi, xvid, divx, mkv e mp4) di ogni lavoro dovranno essere spedite entro e non oltre il 15 maggio 2013 – farà fede il timbro postale – all’indirizzo postale AS FILM FESTIVAL – Via Di Novella 10 – 00199 ROMA. Due le giurie, una per sezione, che elargiranno premi in denaro e/o in attrezzature audio-video.

Al link youtube lo spot dell’AS FilmFestival realizzato dallo staff del festival.

Per informazioni:

www.asfilmfestival.org

info@asfilmfestival.org

Pagina Facebook: www.facebook.com/Asfilmfestival?fref=ts

COS’E’ LA SINDROME DI ASPERGER

La Sindrome di Asperger è un disturbo pervasivo dello sviluppo ed è comunemente considerata una forma dello spettro autistico ad alto funzionamento. Gli individui portatori di questa sindrome sono caratterizzati dall’avere una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti. Diversamente dall’autismo classico, non presentano ritardi nello sviluppo del linguaggio o dello sviluppo cognitivo ma sono frequenti disturbi legati all’apprendimento non-verbale, alla fobia sociale e al disturbo schizoide di personalità.

Ufficio stampa:

Carlo Dutto

carlodutto@hotmail.it

Girlfriend in a coma

marzo 19, 2013

Documentario Gran Bretagna 2012,
con Bill Emmott
regia di Annalisa Piras

Bill Emmott, ex direttore di The Economist da sempre innamorato della nostra nazione, analizza in questo documentario il tragico declino dell’Italia negli ultimi venti anni.

Girlfriendinacoma

Girlfriend in a coma è salito alla ribalta poco più di un mese fa perchè Giovanna Melandri, direttrice del Maxxi rimandò a data da destinarsi la proiezione di questo documentario nelle sale del museo in nome della equidistanza politica che si doveva alla campagna elettorale. A riprova che la censura è sempre più spesso un’arma controproducente il documentario (che probabilmente sarebbe passato inosservato) è stato proposto in sala, in streaming, trasmesso da Sky e in fine è approdato sulla televisione generalista il 9 marzo trasmesso da La7.
Ricordando il destino piuttosto simile del mediocre Videocracy temevo che anche questo documentario fosse in realtà piuttosto inconcludente invece mi ha sorpreso innanzitutto per la realizzazione molto curata (l’uso dei cartoon) che trascende l’uso a rischio manipolazione del montaggio tipico dei documentari alla Michael Moore.
Girlfriend in a coma si divide in tre atti che ricalcano i tre Canti della Divina Commedia dantesca, il primo atto che racconta la mala Italia è ineccepibile dal punto di vista dei contenuti che vanno ben oltre il semplice berlusconismo e anche l’ambientazione è molto intrigante: Emmott illustra la drammaticità della situazione italiana mentre scende il Pozzo di San Patrizio ad Orvieto, forse non è notissimo che il fondo del pozzo è sede di un suggestivo presepe se la scelta della location è stata consapevole credo che includa anche un fondo di ottimismo. La seconda parte indaga la Buona Italia alludendo al Paradiso di Dante. Accostare la buona Italia alla mala Italia fa subito pensare agli affreschi senesi del Lorenzetti, L’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo, cose che mandano giustamente in solluchero gli anglosassoni amanti del Chiantishire. Avrei da eccepire sugli esempi della Buona Italia: accostare la Ferrero e la Fiat mi sembra un po’ azzardato, forse oltre alla tanto decantata cultura andrebbe ricordato più spesso un fulgido esempio di imprenditoria come Olivetti, con buona pace di Mr.Marchionne.
Il terzo atto, equivalente al Purgatorio indaga la diaspora dei cervelli italiani e considera l’ignavia il più grave peccato italiano: argomenti più che condivisibili che però non introducono nessuna novità eclatante., giudizio che posso estendere a tutto il documentario.

Il lato positivo

marzo 16, 2013

A Pat, giovane insegnante precario, viene diagnosticata una forma di bipolarismo che esplode quando scopre che la moglie lo tradisce con un collega. Dopo otto mesi di trattamento in un ospedale psichiatrico Pat torna in libertà sotto la custodia dei genitori. Per distralo dall’ossessione verso l’ex moglie gli viene presentata Tiffany, una giovane donna rimasta vedova da poco e appena uscita da una dipendenza di sesso e psicofarmaci..

Illatopositivo

Spassosa commedia brillante aggiornata ai canoni contemporanei mutuati dalle commedie indipendenti tipiche del Sundance dove i protagonisti e le loro famiglie sono sempre strambi o disfunzionali: c’è insomma il sentore di già visto tipico di un prodotto di nicchia che diventa mainstream ma il film funziona e diverte.
Il regista David O. Russell si dimostra un buon indagatore di psicologie familiari come già nel precedente lavoro, il più drammatico The Fighter e un ottimo direttore degli attori: è da segnalare la bella prova di Robert De Niro, nel ruolo più credibile degli ultimi tempi mentre l’intensa Jennifer Lawrence è stata giustamente premiata con l’Oscar e il Golden Globe per la miglior interpretazione femminile. Il Bafta ha premiato, oltre lei, anche Bradley Cooper, valido protagonista maschile della commedia.

I Borgia (The Borgias vs Borgia)

marzo 11, 2013

Theborgias

Con grande attenzione all’attualità, il Conclave d’imminente apertura, La7 manda in onda The Borgias la serie televisiva realizzata dalla rete americana Showtime, prodotta da Neil Jordan che rievoca le gesta della fosca famiglia Borgia nella Roma di fine ‘400. L’emittente ha italianizzato il titolo ne I Borgia, aumentando così il rischio di confondere la serie americana con la produzione di Canal+ andata in onda su Sky nella seconda metà del 2011.
Entrambe le serie prendono le mosse dalla salita al soglio pontificio di Rodrigo Borgia con il nome di Alessandro VI uscito vittorioso da un Conclave in cui si scontrarono le fazioni delle più nobili famiglie romane. Diventato Papa Rodrigo cerca un equilibrio tra il ruolo ecclesiastico e la sua vita di potente sovrano temporale con amanti (la bella Giulia Farnese) e i figli da sistemare. Entrambe le serie si concertano sulla bella ed ingenua Lucrezia e Cesare, votato dal padre a una vita ecclesiastica ma portato per la spada e la conquista diventando poi il celebre Valentino, ispiratore de Il Principe di Machiavelli.

Borgia

Le due serie, uscite entrambe nel 2011, pongono l’attenzione sugli stessi elementi della vicenda storica dei Borgia ma il risultato è piuttosto diverso: la serie europea passata su Sky è più accurata da un punto di vista storico e anche nella psicologia dei personaggi: Cesare si sente escluso dal padre che ha un rapporto privilegiato con Juan e Lucrezia vive una crisi mistica prima di iniziare la serie di matrimoni che montarono la sua leggenda di avvelenatrice e sorella e figlia incestuosa. Il legame molto stretto tra i figli di Alessandro VI viene spiegato con la difficoltà di una famiglia straniera (i Borgia sono spagnoli) di farsi largo nel mondo romano e la prima puntata racconta anche il timore dei giovani Borgia di essere disconosciuti dal padre in caso di sua elezione papale.
La serie americana della Showtime è molto raffinata a partire dalla sigla di grande impatto visivo dove i frame del girato si mescolano a dipinti quali L’Allegoria del trionfo di Venere dove Venere e Eros si baciano essendo impegnati in realtà a rubarsi i simboli del loro potere. La trama però prende una piega più fantasiosa e melodrammatica e anche l’interpretazione di un attore di grido come Jeremy Irons nei panni di Rodrigo Borgia non è memorabile.
Le mie preferenze quindi vanno alla serie passata su Sky di cui fu confermata la realizzazione di una seconda stagione di cui però son purtroppo sparite le tracce mentre Showtime ha già realizzato la seconda stagione (per ora inedita) e ne progetta una terza

The voice of Italy

marzo 8, 2013

Thevoice Il nuovo talent musicale di Rai2 mi ha divertito molto e credo presenti delle innovazioni che possono far parlare di un talent 2.0.
Nell’anno che ha decretato il successo di Master Chef in cui i giudici portano all’apoteosi la severità dei diversi talent fino a trasformala in cattiveria (almeno a vedere la geniale parodia di Crozza e qualche estratto di Blob) arriva un programma in cui sono i giudici a dover “pregare” il concorrente ad entrare nella loro squadra, un rovesciamento di ruoli non da poco!
Da quanto si è visto in questa prima puntata The voice abbandona anche del tutto la ricerca dei personaggi bizzarri e ridicoli, senza arrivare alle punte da Corrida di Italia’s Got Talent confesserò che vedendo i provini di XFactor qualche volta mi è passato per la testa di propormi ai provini pur sapendo di essere stonatissima, ieri sera la bravura e il talento dei cantanti incuteva rispetto e ridefiniva la musica come una cosa seria non come un espediente da provare in questi tempi di crisi che XFactor un po’ conserva.
Anche la presenza del caso umano della storia strappalacrime appare più contenuta, rappresentata con un minimo di pudore senza la ricerca insistita della lacrima facile.
Sembra quindi che un programma leggero di puro intrattenimento possa mantenere una linea più che decorosa ma se proprio devo innalzare il solito laio ai tristi tempi che stiamo vivendo devo dire che un po’ mi spiace vedere un attore bravo come Fabio Troiano (Dopo mezzanotte, Tutta colpa di Giuda, Passannante) costretto al ruolo dell’inviato dietro le quinte.

Anna Karenina

marzo 7, 2013

Joe Wright propone una nuova rilettura del classico della letteratura russa e ormai anche della cinematografia, viste le numerose trasposizioni.
L’innovazione più originale è quella di ambientare gran parte della trama in un teatro che si trasforma via via in residenza privata, stazione e qualsiasi ambientazione necessaria alle scene che vedono protagonista la nobiltà russa di Mosca o San Pietroburgo, sottolineando così la teatralità stessa di quelle esistenze, fluide ed eleganti come un’eterna danza ma in realtà soggette a rigide regole di comportamento che potevano essere eluse solo in maniera discreta e non infrante in pubblico come invece fa la nostra eroina. A questa ambientazione barocca fa da contraltare la bellissima fotografia degli esterni campestri, dove vive Kostja Levin, la cui pura storia d’amore con Kitty è il contraltare della tormentata e peccaminosa relazione tra Anna e Vronskij.
Bella anche l’insistenza sul ruolo del treno, cavallo di ferro e fuoco che non sa scuotersi di dosso il ghiaccio dell’inverno (e della società?) russi: l’incidente al meccanico subito dopo il primo incontro di Anna e Wronskij e il suono incombente delle rotaie che spesso torna a ricordare e anticipare come tutto stia precipitando verso il tragico epilogo.
La messa in scena è dunque affascinante ed è il punto di forza della pellicola, con costumi sontuosi che hanno vinto sia l’Oscar che il BAFTA 2013. Lo stile di ripresa è così patinato che in alcuni momenti (soprattutto nelle lunghe camminate, ad esempio quella di Anna nel labirinto) sembra di assistere allo spot di un profumo.

AnnaKarenina

Ottimo il cast: da notare che in ruoli secondari ci sono due protagoniste di serie tv di culto: la Mary Crowley di Downton Abbey (Michelle Dockery) nei panni della Principessa Myagkaya e Kelly McDonanld (moglie di Nucky Thompson in Boardwalk Empire) nel ruolo di Dolly.
Per quel che concerne i protagonisti Keira Knightley, decisamente troppo magra per interpretare un’Anna che Tolstoj descrive dal braccio paffuto e per riempire i décolleté degli stupendi abiti di cui sopra, ha comunque un gran fascino e unisce i canini aguzzi della Garbo alla leggiadria di Vivien Leigh, le due più famose Karenina del grande schermo.
Jude Law sembrava troppo bello per interpretare Karenin invece sa dare il giusto aplomb all’uomo tutto compreso dalla sua missione politica e per questo dimentico della moglie.
Aaron Johnson, che nel trailer mi pareva un po’ troppo effeminato è invece un Vronskij seduttivo e molto romantico.
Il film compie quindi una totale revisione dei personaggi maschili e alla fine si conclude che Anna è una donna molto amata sia dal marito che dall’amante ma vittima delle proprie nevrastenie che la conducono al suicidio: sinceramente è troppo tempo che non prendo in mano il romanzo per commentare se questa declinazione sia fedele o meno alle intenzioni dell’autore.