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Cyrano

settembre 13, 2022

MGM 2021
con Peter Dinklage, Haley Bennett, Kelvin Harrison Jr., Ben Mendelsohn, Bashir Salahuddin, Monica Dolan, Joshua James, Anjana Vasan, Ruth Sheen, Mark Benton, Richard McCabe, Peter Wight, Tim McMullan
regia di Joe Wright


Cyrano


La bella e squattrinata orfana Rossana accetta la corte del conte De Guiche solo per poter fare vita sociale. Un giorno a teatro s’innamora a prima vista di un bel ragazzo e quando scopre che Christian de Neuvillette è in città per entrare nella compagnia dei cadetti chiama l’amico d’infanzia, l’abile spadaccino Cyrano de Bergerac, perché prenda sotto la sua ala il nuovo arrivato. Cyrano, da sempre innamorato di Rossana accetta il compito e diventa amico di Christian, anche il giovane si è innamorato di Rossana ma non osa corteggiarla per la sua scarsa eloquenza, Cyrano diventa così il suggeritore delle lettere e le parole d’amore verso Rossana. Per sfuggire a De Guiche che vuole sposarla, Rossana si sposa con Christian e per vendetta il conte lo spedisce in battaglia. Quando alla vigilia di un’azione militare disperata Christian scopre che Cyrano ha scritto tutti i giorni a Rossana senza dirglielo, il giovane si fa uccidere in battaglia. Tre anni dopo ritroviamo Cyrano povero e ormai prossimo alla morte avere come unico conforto l’amicizia di Rossana, un giorno leggendo l’ultima lettera di Christian, Rossana si accorge che Cyrano la sa a memoria e intuisce la verità sulle missive che hanno costruito il suo rapporto con Christian e si rende conto di aver sempre amato Cyrano senza saperlo, ma ormai lo spadaccino sta spirando.



Cyrano


L’ultimo lavoro di Joe Wright è la trasposizione cinematografica del musical di Erica Schmidt che ha per protagonista il di lei marito, Peter Dinklage, protagonista anche della versione cinematografica, anche l’interprete femminile, l’attrice Haley Bennett compagna di Joe Wright, ricopre nel film lo stesso ruolo che ha nel musical.
Il regista torna alle suggestioni letterarie di Anna Karenina con il medesimo impianto teatrale delle scenografie molto importante all’interno dell’economia filmica ed entrambi i film si aprono durante una rappresentazione teatrale.
Cyrano è stato girato in Sicilia è molti luoghi sono riconoscibilissimi, a partire dalla cattedrale di Noto. L’ambientazione siciliana regala alla pellicola una luce dorata molto calda e luminosa che sottolinea i toni iniziali da commedia del film.
Se devo trovare un difetto alla pellicola l’ho trovato poco originale, un po’ sulla scia di Baz Luhrmann: il geloso conte de Guiche mi ha ricordato molto, anche fisicamente, il Duca di Monroth di Moulin Rouge! che vuole Satine tutta per sè ed è disposto ad uccidere, la vendetta di De Guiche è più sottile spedendo Christian e Cyrano in battaglia quando scopre che Rossana si è sposata con un altro.



Cyrano jpeg


Interessante invece la rilettura amorosa del triangolo Rossana, Christian, Cyrano: paradossalmente è il solitamente fatuo Christian ad uscirne meglio: si accorge della lacrima di Cyrano sulla lettera e capisce che l’amico è innamorato di Rossana e dalla grande corrispondenza intercorsa tra i due senza interpellarlo intuisce anche che Rossana ama le parole di Cyrano più di lui e decide di correre incontro alla morte in battaglia.
Ottima la prova di Peter Dinklage nei panni di Cyrano, il folletto del Trono di Spade porta una grande dose di verità nel senso di inadeguatezza fisica dello spadaccino rispetto alla pletora di attori con naso finto per rispettare il difetto fisico del lungo naso dell’opera originale. Cyrano non ha avuto il coraggio di dichiararsi a Rossana per orgoglio, come ammette in punto di morte, per la certezza di un rifiuto.
Rossana è una donna colta che non potrebbe amare solo un bel ragazzo senza sentimenti ma non è stata in grado di accorgersi di chi l’ha sempre amata. Eppure ci sono dei momenti durante il film in cui i tre protagonisti sembrano ben consci dei loro gioco delle parti: lo sgaurdo di Rossana quando fa giurare a Cyrano di farle scrivere da Christian tutti i giorni è molto eloquente e anche la risposta di Cyrano, l’unica promessa sicuro di onorare tra quelle che la donna gli ha strappato prima della partenza della battaglia.
Tratto da un musical, Cyrano ne ripropone canzoni e danze ma in tono smorzato, lo stesso regista lo definisce un film con canzoni e per me che non sono una grande amente del musical, l’impasto canoro non invandente è risultato particolarmente gradito.

Duello sulla Sierra Madre

febbraio 18, 2019

Second Chance
USA 1953 RKO
con Robert Mitchum, Linda Darnell, Jack Palance, Reginald Sheffield, Roy Roberts, Dan Seymour, Fortunio Bonanova, Margaret Brewster, Rodolfo Hoyos Jr., Maurice Jara, Judy Walsh
regia di Rudolph Maté



Duello sulla sierra madre


Clare Shepperd, ex fidanzata di un malavitoso, sì è nascosta in Messico sotto falso nome per sfuggire ai sicari del boss che vogliono imperdirle di testimoniare al processo.
Il sadico Cappy Gordon, da sempre innamorato della donna, riesce a ritrovarla a San Cristobal ma la ragazza gli sfugge e si rifugia nel pittoresco paesino di La Cumbre con un boxeur americano che le fa corte. Tra i due nasce l’amore ma Cappy li ritrova e per salvare Russ, Clare accetta di andare via con lui. I tre si ritrovano sulla funivia quando uno dei cavi d’acciaio si spezza…



Second-Chance


Primo film in 3D della RKO, Duello sulla Sierra Madre è un bizzarro miscuglio di generi a partire dal noir per finire nel catastrofico ma non mancano inserti musical ed esotici: l’ambientazione messicana diventa l’occasione per mostrare i tratti pittoreschi del paese, fieste e mercati mentre l’episodio coreografato della donna di facili costumi che il marito va a recuperare alla fiesta e ucciderà nella notte per gelosia, serve all’economia finale del film per creare un personaggio sacrificabile nel tentativo di salvataggio della teleferica.
Robert Mitchcum è un pugile in cerca di una “second chance” dopo aver ucciso involontariamente un avversario sul ring e ora gira per le arene del Messico facendo incontri di seconda categoria che vince senza più usare il destro micidiale.



Second chance


Clare è una donna in fuga, che cade nella disperazione quando si ritrova davanti Cappy, arriva anche a scommettere contro Lambert pur di trovare il denaro per scomparire di nuovo. Va con lui a La Cumbre solo per sfuggire al sicario ma quando scopre che il pugile sa tutto del suo passato cede alla passione. I due protagonisti, che avevano iniziato a frequentarsi solo per interesse (quello di Russ meramente sessuale) hanno ritrovato la loro seconda occasione ma si ripresenta l’ostacolo di Cappy, interpretato da Jack Palance, mai cosi cattivo e caparbiamente determitato nella sua ossessione per Clare.



Second chance


I caratteri dei vari personaggi, anche secondari, escono nel chiuso della cabinovia in bilico nel vuoto: il sacrificio dell’uxoricida, la decisione di chi resterà nella cabina se i soccorsi non arriveranno per tutti; la crudeltà di Cappy che vuole usare il carrello solo per sé e Clare lasciando gli altri al loro destino, porta alla reazione di Russ che fa volare il killer nel vuoto e finalmente si può andare verso l’happy end.

6 gradi di separazione

settembre 25, 2018

Six Degrees of Separation
USA 1993 MGM
con Stockard Channing, Will Smith, Donald Sutherland, Ian McKellen, Mary Beth Hurt, Bruce Davison, Richard Masur, Catherine Kellner, Anthony Michael Hall, Heather Graham, Osgood Perkins, Anthony Rapp, Eric Thal
regia di Fred Schepisi


6gradidiseparazione


Una sera, nel lussuoso appartamento dei Kittredge si presenta un ragazzo di colore ferito, dice di esser stato rapinato e di essere il figlio di Sidney Poitier nonché compagno di università dei figli dei Kittredge che lo aiutano e restano affascinati dal suo charme ma la mattina dopo lo trovano a letto con un uomo e cacciano entrambi di casa. Ben presto vengono a sapere che ad altri abitanti dell’Upper East Side è capitata la stessa (dis)avventura e intuiscono che l’unico elemento che li unisce è che i figli hanno frequentato lo stesso liceo, scopriranno così chi ha raccontato a Paul tante informazioni su di loro ma la vicenda avrà nuovi risvolti che toccheranno profondamente soprattutto la signora Kittredge.



Sei gradi di separazione


Tratto dall’omonima commedia teatrale di John Guare, il film mantiene una struttura profondamente teatrale soprattutto nella prima parte, ambientata nell’appartamento dei Kittredge dove la macchina da presa si muove con eleganza tra gli ambienti.
New York poi irrompe nel film con le scene ad Harward e a Central Park dove Paul incontra la coppia di giovani artisti in cerca di fortuna e si spaccia per il figlio ripudiato di Flan Kittredge.
Da città spumeggiante NYC si trasforma in squallida metropoli senza cuore nel sottofinale con l’arresto di Paul e la sua improvvisa scomparsa dalle vite dei Kittredge che alla fine non riescono più a trattare la vicenda come un curioso aneddoto con cui affascinare gli amici e rivelano quanto li abbia toccati l’incontro con quel bizzarro ragazzo, che rimane un enigma: sicuramente un giovane afroamericano povero, gay e occasionale marchettaro, forse con problemi mentali, che entra nelle vite dei ricchi newyorkesi quasi per curiosità senza rubare praticamente nulla, vista la fiducia con cui gli vengono aperte le porte.



SixDegreesofSeparation


Con dialoghi brillanti e graffianti Sei gradi di separazione sottolinea proprio la falsità dei rapporti umani: quando Paul viene creduto un ragazzo ricco, addirittura figlio di un divo del cinema, sono tutti ammirati dal suo fascino salvo definirlo con gli epiteti più volgari e razziali quando scoprono che non è chi dice di essere, certo, è la rabbia provocata dall’inganno, la paura di essere in mano a un malintenzionato ma i Kittredge non sono proprio delle mammole quando si tratta di trovare i soldi per i lori traffici ai limiti del lecito: vendono quadri di inestimabile valore fuori dai circuiti canonici per permettere evasioni fiscali e scavalcare i musei, servendosi dei soldi di personaggi come Geoffrey, il proprietario di miniere sudafricane che non potrebbe investire i soldi fuori dalla sua nazione.
C’è anche una satira sugli intellettuali: Flan Kittredge con la sua vastissima cultura sulla storia dell’arte è quasi commosso all’idea di avere una comparsata in Cats, il film che Sidney Poiter starebbe traendo dal celebre musical sui gatti.



Seigradidiseparazione


Il fatto che il ragazzo si rifaccia vivo nonostante sappia di essere ricercato, che voglia stare coi Kittredge, tocca molto Ouisa che si sente scelta da questo ragazzo mentre i suoi figli le danno sempre contro, affascinata dalla teoria dei sei gradi di separazione, che sostiene che sei sia il massimo dei passaggi che separano ogni uomo sul pianeta, la donna è quasi tentata di andare oltre a tutti i preconcetti sulla razza, la posizione, gli stessi legami familiari e basarsi solo sulla piacevolezza della serata trascorsa con Paul ma come è lo stesso ragazzo a ricordarle, la vita è come il quadro di Kandinsky dipinto su entrambi i lati: ordine e disordine.



Six degrees of separation


Ottimamente recitato da tutto il cast, il film valse una nomination agli Oscar a Stockard Channing, la celebre Rizzo di Grease e fu la pellicola che mise in luce il talento di Will Smith.

Il fantasma del palcoscenico

agosto 3, 2018

Phantom of the Paradise
USA 1974 20th Century Fox
con Paul Williams, William Finley, George Memmoli, Jessica Harper, Gerrit Graham
regia di Brian de Palma


Ilfantasmadelpalcoscenico


Swan, geniale produttore musicale vuole aprire un” tempio della musica”, il Paradiso e trova la musica adatta per l’inaugurazione nell’opera ispirata al Faust del pianista Winslow Leach; Con la scusa di volerlo produrre, manda il fedele scagnozzo Philbin a farsi consegnare gli spartiti. Dopo diversi tentativi di contatto, Winslow scopre che le sue canzoni saranno usate per inaugurare il Paradiso e cerca di far valere i suoi diritti ma Swan, stufo di ritrovarselo sempre tra i piedi, lo fa incarcerare a Sing Sing. Dopo esser stato torturato Winslow riesce a sfuggire e cercando di distruggere i dischi pronti per esser venduti finisce per rimanere sfigurato dai macchinari e creduto morto ma il musicista ormai ridotto a mostro s’intrufola nel Paradiso e cerca in tutti i modi di mandare a monte lo spettacolo. Swan allora scende a patti con lui e sceglie come protagonista dello spettacolo Phoenix, una giovane cantante della cui voce Winsolw si era innamorato durante le audizioni. Come da contratto Winslow finisce la partitura ma terminato il lavoro Swan lo fa murare vivo e stravolge di nuovo l’opera affidandola al suo nuovo pupillo, Beef. Il fantasma del Paradiso uccide il cantante in diretta e decreta il successo di Phoenix ma Swan, visto il deliro della folla per l’omicidio in diretta, decide di replicare il giorno dopo con la morte della giovane cantante che intanto seduce portando Winslow al suicidio ma Swan lo salva rivelandogli di aver firmato un patto col diavolo e il fantasma, trovati i diabolici patti, potrà finalmente salvare la ragazza che ama.


Phantomofparadise


Iniziale flop ai botteghini poi diventato un film di culto, Il Fantasma del Palcoscenico è un musical fantasmagorico e grandguignolesco, una coloratissima rilettura pop del Il Fantasma dell’Opera e del Faust, le scenografie sono firmate dall’attrice Sissi Spacek.
Un apologo sul mondo dello spettacolo sui meccanismi che stanno dietro al successo e si mangiano l’anima degli artisti: manager senza scrupoli che piegano alle loro voglie le aspiranti cantanti, che decidono il nome il look, le droghe di chi diventerà una star, anche Phoenix che prima fugge schifata dal provino orgia non riesce più a ribellarsi una volta provato il brivido della folla che la acclama.


Phantomofparadise


Contro questo potere incarnato dal diabolico Swan si batte Winslow Leach, musicista che non ha certo le physique du rôle per diventare una star ma che compone musiche bellissime, tanto puro quanto ingenuo non capisce le manovre di Swan che, non potendosi liberare di lui, decide di farselo amico. La lotta di Winsow con la macchina della fama si fa sempre più dura, prima lascia tutti i denti a Sing Sing, poi finisce letteralmente negli ingranaggi musicali deturpandosi il volto e perdendo la voce (che Swan gli restituirà attraverso le macchine per pulire il suono) e ovviamente finisce per perdere la vita, portando però con sé Swan che scopre aver a sua volta venduto l’anima al diavolo.


Phantom of the Paradise


Con toni deliranti, a tratti surreali ed ironici Brian De Palma mette alla berlina tutta l’industria creativa, dalla costruzione a tavolino delle rock star, al delirio pilotato dei concerti dove la folla perde i freni inibitori e si esalta nella rappresentazione dei bisogni primari, il sesso, la morte, senza chiedersi se quello a cui sta assistendo sia realtà o finzione, con i confini che ovviamente vengono continuamente spostati fino all’esultanza dell’omicidio in diretta.


Ilfantasmadelpalcoscenico


Su queste tematiche profondamente attuali il regista innesta il suo stile e la sua cultura cinematografica: il tema del doppio fatto di specchi, di immagini viste da registrazioni arrivando a moltiplicazioni barocche: Swan che aziona le telecamere che riprendono il fantasma che lo guarda amoreggiare con Phoenix.



Il fanstasma del palcoscenico


Il citazionismo comprende ovviamente l’amato Hitchcock, la scena della doccia di Psyco viene omaggiata ma chiusa con uno sberleffo: l’assassino non ha un coltello ma minaccia Beef con una ventosa stura cessi, più “serio” l’omaggio a Il Gabinetto del Dottor Caligari le cui scenografie sghembe sono riprese nei fondali della prima.

Pal Joey

Maggio 14, 2018

Usa 1957 Columbia
con Rita Hayworth, Frank Sinatra, Kim Novak, Barbara Nichols, Elizabeth Patterson, Bobby Sherwood, Hank Henry
regia di George Sidney



Paljoey


Joey Evans, cantante donnaiolo e sfacciato, torna a San Francisco senza un soldo in tasca, si fa assumere in un localino della Costa dei Barbari e nota subito Linda, la più bella delle ballerine di fila. Durante una serata di beneficenza in cui si esibisce, Joey incontra Vera Simpson una ex spogliarellista ora ricchissima vedova del “re del popcorn” e il cantante la seduce con il suo fascino: Vera accetta di finanziare il locale di Joey ma pretende che Linda lasci la compagnia, gelosa della giovinezza della ragazza ma quando si accorge che Pal è davvero innamorato si trasforma nel cupido della coppia.


Paljoey


Versione con esplicito happy end del musical del 1940 tratto dall’omonimo romanzo epistolare di John O’Hara, un film elegante con alcune celebri canzoni su tutte Lady is a tramp e My funny Valentine cantata da Kim Novak (doppiata).
Il cast è di richiamo: Rita Hayworth torna finalmente a un ruolo da signora dopo diversi ruoli da donna di malaffare che la Columbia le aveva affidato da quando l’attrice era tornata alla major dopo la fine del matrimonio con l’Aga Khan.
Sempre esaltata dal technicolor, Rita Hayworth cita se stessa quando interpreta Zip mimando uno spogliarello alla Gilda; doppiata come sempre nelle canzoni, anche se aveva buone doti canore, la Hayworth svetta sui suoi due colleghi per le sue doti di ballerina ma nel film le coreografie sono ridotte al minimo proprio per le scarse virtù degli altri protagonisti.
Frank Sinatra, comunque, vinse un Golden Globe come miglior interprete e Kim Novak anticipa la sua abilità nel recitare con gli animali (lo so che detto così suona come un’offesa invece vorrebbe esser un complimento) interagendo con il fox terrier Professore come farà l’anno seguente con il gatto Cagliostro in Una strega in paradiso.
I colori degli abiti dell’attrice e l’ambientazione a San Francisco anticipano anche il più grande successo della diva sempre del 1958: La donna che visse due volte.

Ammore e malavita

marzo 16, 2018

Ferito nell’onore e nel deretano, il boss  Don Vincenzo Strozzalone si dichiara stanco della vita criminale, così Donna Maria, astuta moglie cinefila, decide d’inscenare la sua morte facendo uccidere un sosia del marito mentre questi è curato di nascosto in ospedale. Purtroppo un’infermiera lo vede e per evitare che sveli l’inganno, vengono sguinzagliati sulle sue tracce Ciro e Rosario, i killer più feroci al soldo degli Strozzalone ma quando l’impassibile Ciro trova l’infermiera si trova davanti Fatima, il grande amore mai dimenticato della sua adolescenza e per salvarla tradisce il clan..



Ammore e malavita


Barocco e debordante come la città che fa sfondo alle vicende di Ciro e Fatima, il film dei Manetti Bros è un gioiellino che esalta l’amore che da sempre i due fratelli registi testimoniano per i film di genere.
Ammoreemalavita
Se il precedente Song ‘e Napule prendeva spunto dalla musica neomelodica, Ammore e malavita s’ispira alla sceneggiata napoletana con alcuni brani classici del repertorio partenopeo messi in scena in maniera strepitosa penso a Pino Mauro che in Piazza Plebiscito canta Chiagne femmena su un fiammeggiante trono di corni.
Altro momento davvero geniale è tour per stranieri alle Vele di Scampia che culmina con lo scippo alla turista, esperienza esaltante per l’americano in gita che si sente così parte integrante del mondo di Gomorra.
Lo spirito dissacrante dei Manetti Bros si coniuga al loro talento per l’action e così l’eroico Ciro è in grado di scansare i colpi di una mitraglietta, altro che quelli di una semplice pistola come nei film americani!
Protagonista del film è l’attore feticcio dei Manetti, Paolo Morelli che si sarebbe potuto meritare una nomination come miglior attore agli imminenti Nastri d’argento dove Ammore e malavita domina con 15 nomination: chi è abituato a seguire l’attore nei panni svagati di Coliandro, come la sottoscritta, lo troverà paurosamente inquietante nell’impersonare Ciro gelida macchina di morte che non sbaglia mai un colpo e che non lascia mai trapelare un’emozione neppure quando ritrova l’amore della sua vita.


Ammoreemalavita


Ritrovando l’amore perduto dell’adolescenza, Ciro è costretto a fare una scelta: seguire il cuore o la lealtà al clan, in particolare onorare il patto di fedeltà verso Rosario, l’amico fraterno con cui forma la guardia scelta del boss Strozzalone: spezzare questo patto non può che portare a uno scontro mortale.
Azione, musical, commedia e dramma: come se non bastassero tutti questi elementi a render ancora più esplosiva la miscela del film arriva il riferimento metacinematografico che omaggiando la grande artigianalità italiana dei film d’azione racconta come simulare una sparatoria con le cariche esplosive e il sangue.. vero.

Lili

agosto 25, 2017

USA 1953 MGM
con Mel Ferrer, Leslie Caron, Jean-Pierre Aumont, Zsa Zsa Gábor, Kurt Kasznar
regia di Charles Walters


Lili


L’ingenua Lili, rimasta orfana, arriva in una cittadina del Sud della Francia per cercare lavoro, un mago la salva dalle avances poco gradite di un sarto e la ragazza si mette a seguirlo fino al luna park dove l’uomo si esibisce. Marc, di cui la ragazza si è innamorata all’istante, le trova un lavoro che Lili perde subito e per la disperazione pensa al suicidio: a salvarla saranno i burattini dello scorbutico Paul, un ballerino la cui carriera è stata stroncata da una ferita di guerra..


Liliballetti


Un musical un po’ diverso dal solito dove i numeri di ballo sono relegati alla dimensione del sogno: il primo momento quando Lili immagina di trasformarsi in una seduttrice e portare via Marc alla procace Rosalie che poi si scoprirà essere segretamente sua moglie e nel finale quando, dopo aver abbandonato il luna park, capisce di amare Paul, “l’uomo cattivo” come lo ha definito sin dal primo incontro, senza accorgersi che come lei aveva avuto un colpo di fulmine per Marc, l’ex ballerino ne aveva avuto uno altrettanto immediato per lei.


Lili_kurt_kasznar


La trama potrebbe essere banale e sdolcinata ma a salvare il film sono i momenti d’interazione tra Lili e i burattini: nella pellicola diventano in breve lo show di punta del luna park che attira l’attenzione degli agenti parigini e anche per lo spettatore del film sono in grado di creare una dimensione magica e fantastica.


Lili


Il brano di punta della colonna sonora che ha vinto l’unico dei sei Oscar per cui il film era in lizza, Hi-Lili, Hi-Lo riesce ancora a piantarsi nella testa dello spettatore.

Cenerentola a Parigi

giugno 22, 2017

Funny Face
USA 1957 Paramount Pictures
con Fred Astaire, Audrey Hepburn, Michel Auclair, Kay Thompson
regia di Stanley Donen



Cenerentolaaparigi


Maggie Prescott, direttrice della rivista di moda Quality, in cerca di spunti innovativi per la rivista, si lascia convincere dal fotografo Dick Avery a lanciare come nuovo volto del giornale Jo Stockton, goffa commessa di una libreria del Village dove avevano ambientato un servizio di moda. La ragazza, che non ha nessun interesse nel mondo della moda, accetta l’offerta solo per poter andare a Parigi e conoscere il filosofo Emile Flostre; l’incontro con il professore dell’empatismo, che si rivela essere giovane e aitante, mette in crisi il nascente amore tra Dick e Jo..



Avedonfunnyface


Cenerentola a Parigi non è certo uno dei migliori musical di Stanley Donen: la parodia del mondo intellettuale parigino è piuttosto banale e rischia solo di appesantire una pellicola che non brilla neppure per la qualità dei numeri musicali.
Quello che funziona molto bene è il lato fashion del film: i titoli di testa hanno la supervisione di Richard Avedon, figura a cui si ispira anche Fred Astaire per portare in scena il fotografo Dick Avery. Nei titoli di testa scorrono alcune delle foto di moda più famose di Avedon, e nel cast sono presenti le “top model” dell’epoca, Suzy Parker e Dovima, quest’ultima impegnata in una divertente parodia delle modelle stupide con il personaggio di Marion.


FunnyFaceDovima


Il film è così alla moda che compare anche la vettura Isetta, l’innovativa minicar che si apriva anteriormente.

IsettafunnyfaceStanley Donen, il regista che per primo ha portato il musical fuori dai teatri di posa, con Un giorno a New York, si adegua al gusto di usare il musical come mezzo per raccontare le città più belle del mondo, questa volta è Parigi a far da sfondo a numeri puramente illustrativi della città come Bonjour, Paris! mentre nel precedente lavoro con Fred Astaire, Sua Altezza si sposa, sfondo della pellicola era stata Londra e il matrimonio di Elisabetta II.


Cenerentolaparigi


Come sempre ineccepibili i due protagonisti nonostante la grande differenza d’età che a volte rischia di rendere poco credibile la storia d’amore.
Audrey Hepburn canta senza esser doppiata, Fred Astaire ritrova un ruolo che aveva già portato sulle scene nel 1927 insieme alla sorella Adele: dell’omonimo musical di Gershwin, però, Funny face prende solo il titolo e quattro canzoni di Gershwin mentre il plot s’ispira al musical Wedding Bells di Leonard Gershe.

La La Land

febbraio 22, 2017

Lalaland

Mia, aspirante attrice che si mantiene lavorando in una caffetteria all’interno degli Studios, inizia ad incontrare, all’inizio in maniera poco piacevole, Sebastian, un musicista squattrinato con la fissa del jazz. Raccontandosi sogni e progetti Mia e Sebastian s’innamorano ma la prosaicità della vita quotidiana mette alle corde il loro sentimento e realizzare le proprie ambizioni forse vuol dire mettere da parte l’amore..

Confesso di essere entrata in sala con molti pregiudizi verso un film troppo osannato per non temere di restare delusa e invece sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla gradevolezza della storia dolce amara e soprattutto dalla capacità con cui Damien Chazelle sa far rivivere le atmosfere della grande stagione del musical e non mi riferisco tanto alle citazioni più o meno evidenti che sono stati sviscerate ovunque da mesi, a colpirmi è stata l’accuratezza di certi particolari, l’uso del colore ma soprattutto l’anno di produzione del film scritto in numeri romani sotto il titolo: per una che si è rovinata la vista nel cercare di decifrare col fermo immagine certe date davvero minuscole nel corso degli anni, è stato quasi commovente ritrovarsi questo dettaglio sul grande schermo per un film del 2016!
Oltre che un omaggio ad un genere cinematografico, il film è anche un omaggio alla città di Los Angeles la City of stars della canzone principale, candidata agli Oscar e già vincitrice di un Golden Globe. Un atto d’amore così viscerale da rischiare di mettere in crisi la cosiddetta ”sospensione dell’incredulità”: davvero Mia se ne può tornare a piedi da una festa in collina, senza che le accada nulla? Davvero si può amoreggiare su all’Osservatorio senza che si materializzi un delinquente quando si sa che ogni angolo di L.A. è buono per ritrovare un cadavere? Ripeto l’omaggio è talmente sentito che ti dimentichi anche del lato oscuro di Los Angeles e ti lasci trasportare dalla storia di Mia e Sebastian.
Divisa in quattro capitoli che seguono il corso delle stagioni la vicenda mi ha ricordato il nostro Dieci inverni, un altro film d’amore che regala la stessa fascinazione dell’amore “semplice” di La La Land.
Una semplicità apparente perché il mancato lieto fine (scelta giusta, scelta sbagliata o addirittura scelta maliziosa che lascia lo spiraglio per un sequel?) richiama ancora una volta un classico hollywoodiano dai molti remake (il prossimo pare nel 2018) il musical del 1954 che non si trova nell’elenco delle citazioni, E’ nata una stella che nella sua prima versione drammatica del 1932 aveva un titolo che racchiude bene il film di Chazelle: A che prezzo Hollywood?

Betty Grable

dicembre 18, 2016

BettyGrable

Il 18 dicembre 1916 nasce a Saint Louis, in Missouri, Elizabeth Ruth Grable, divenuta celebre con il nome di Betty Grable e il soprannome “the legs” le gambe alludendo al fisico statuario che l’ha resa celebre prototipo delle pin up anno ’40, più dell’atomica Gilda.
La madre Lillian, nutre delle ambizioni artistiche per la figlia e in seguito alla crisi del ’29 si trasferisce a Hollywood dove spaccia la tredicenne Betty per quindicenne. L’agognato debutto avviene come corista nel musical Giorni felici.
L’anno seguente Betty diventa una delle Goldwyn Girls, una compagnia femminile di attrici e ballerine alle dipendenze di  Samuel Goldwyn da cui sono uscite diverse dive come Paulette Goddard o Jane Wyman.
La giovanissima Betty inizia la gavetta di piccoli ruoli, il primo accreditato è del 1932 Probation, diretto da Richard Thorpe; nel 1934 e nel 1936 interpreta ruoli secondari nelle commedie di Fred Astaire e Ginger Rogers firmate da Mark Sandrich: Cerco il mio amore e Seguendo la flotta.
Passata sotto contratto con la Paramount, Betty Grable entra in quel vivaio di giovani artisti impiegati in college movie dove troviamo anche Judy Garland.
A questo genere si ascrive il film Million Dollar Legs del 1939 la Grable è la protagonista e dal titolo del film deriva il soprannome “the legs”, nella pellicola recita anche il primo marito Jackie Coogan, l’ex bimbo prodigio de Il Monello, non ancora pacioso come lo zio Fester de La famiglia Addams, ma un giovane provato dalla causa con i famigliari che si erano intascati tutti i suoi guadagni, a tutela delle star minorenni nascerà infatti il Coogan Act. Betty e Jackie si erano sposati nel 1937 e divorziano proprio nel 1939.
BettyGrablepinup
Nel 1940 viene notata da Darryl F. Zanuck che la mette sotto contratto con la 20th Century-Fox.
Notti Argentine e Una notte a Broadway  di quell’anno decretano il successo dell’attrice, confermato da Appuntamento a Miami del 1941,in quell’anno gira anche il film di propaganda Il mio avventuriero accanto a Tyrone Power e il bel noir Situazione pericolosa accanto a Victore Mature per la regia di Bruce Humberstone.
La carriera dell’attrice è in continua ascesa, tra i film del 1942 ricordiamo il musical In montagna sarò tua, sul set incontra il secondo marito, il trombettista Harry James.
Nel 1943 lo scatto fotografico che fa entrare l’attrice nell’immaginario americano: si tratta di una foto in costume da bagno, ripresa di spalle per nascondere la gravidanza dell’attrice, il cui viso sorridente ammicca dalla spalla: la foto di Frank Powolny diventa un poster che sarà il più richiesto dai soldati americani oltreoceano. Il successo dello scatto apre la possibilità a Betty Grable di diventare una star di prima grandezza ma l’attrice è piuttosto insicura, preferisce rimanere nel suo limbo di musical secondari che all’epoca hanno incassi notevoli ma che oggi non hanno lasciato alcun ricordo degno di nota.
Dobbiamo arrivare al 1948 perché Betty Grable abbia una parte in un musical di rillievo, viene scelta da Lubitsch per La signora in ermellino, pellicola tratta dall’omonima operatta di Rudolph Schanzer e Ernst Welisch. Purtroppo il regista muore pochi giorni dopo l’inizio delle riprese e viene sostituito da Otto Preminger.
ComesposareunmilionarioNon essendo mai diventata una stella di prima grandezza, ma solo un’attrice da sfruttare per gli incassi al botteghino, la Fox inizia a trascurare la carriera della Grable non appena i profitti che procura allo studio iniziano a calare, la cosa ovviamente porta a dissapori contrattuali che fanno perdere all’artista il ruolo di Lorelei ne Gli uomini preferiscono le bionde affidato all’emergente Marilyn Monroe, ma sarà proprio lavorando con la nuova diva dello studios in Come sposare un milionario del 1953, che l’attrice trova il ruolo più significativo della carriera che ormai volge al termine.
Betty Grabe gira ancora due film nel 1955 per dedicarsi al teatro e alla televisione.
L’attrice muore a soli 56 anni, per un tumore ai polmoni il 2 luglio 1973.