Posts Tagged ‘Schwarzenegger’

La mala ordina

luglio 25, 2019

La mala ordina

Italia 1972
con Mario Adorf, Henry Silva, Woody Strode, Adolfo Celi, Luciana Paluzzi, Sylvia Koscina, Franco Fabrizi, Francesca Romana Coluzzi, Femi Benussi, Peter Berling, Cyril Cusack, Gianni Macchia, Renato Zero
regia di Fernando Di Leo

Il boss newyorkese Corso invia due killer a Milano per uccidere Luca Canali un magnaccia di poco peso sospettato di aver rubato una partita di droga. I due killer si appoggeranno al boss Vito Tressoldi, il vero organizzatore della truffa agli americani che fa di tutto per eliminare Canali perché gli americani non scoprano il suo gioco, arrivando a far uccidere anche la moglie e la figlia del pappone ma questo omicidio scatena la furia di Canali che si vendica mortalmente dei suoi nemici.

Secondo capitolo della Trilogia del milieu di Fernando Di Leo a cui Tarantino si è ispirato per la coppia di killer di Pulp Fiction, un bianco e un nero come i due killer spediti in Italia dal padrino newyorkese. David Catanìa e Frank Webster vengono scelti perché parlano italiano, uno per le origini l’altro per aver combattuto in Italia durante la guerra, doppiati con un accento alla Stanlio e Ollio senza però sbagliare un congiuntivo.



Lamalaordina


Contraddizioni che rappresentano bene i poliziotteschi e i gialli anni ’70 considerati b movie dove poi trovi arredi di design che oggi non entrano neppure nella miglior produzione a grosso budget e un attenzione incredibile per il colore e la composizione dell’immagine, anche sperimentale come nelle scene dei “contestatori” dove nel gruppo di Triny compare regolarmente un giovanissimo Renato Zero quasi sempre con bombetta. La scena che mi ha colpito di più è quella in cui Canali va a telefonare da una cabina a Tressoldi chiedendogli perché lo cerca e l’attraversamento della piazza è ripreso dai buchi del logo della Sip poi la macchina da presa scende senza stacchi e riprende la telefonata in primo piano.



Lamalaordina


Luca Canali è il prototipo malavitoso dell’uomo tranquillo che si scatena quando lo toccano negli affetti più cari: Don Vito nel confronto finale in cui gli confessa di aver ordito il colpo ai danni degli americani si stupisce che un uomo del suo valore sia rimasto in un ruolo marginale, un semplice uomo da casino. Neppure il magnaccia si spiega la sua furia, nata dalla disperazione.



La mala ordina


L’uomo che si fa vendetta da solo, in cui scatta la violenza più efferata quando viene toccato nel vivo non è un tema nuovo, anzi è tipico dei noir, in particolare degli anni ’70 ma la forza quasi sovrumana con cui Canali si libera della carcassa dell’auto per tacere del super capoccione con cui sventra telefoni o sfonda il vetro del camioncino al termine del celebre inseguimento sui Navigli, anticipano gli eroi anni ’80 alla Stallone e/o Schwarzenegger.

Mission Impossible: Protocollo Fantasma

febbraio 24, 2012

6a00d8341ca4f953ef016762e907fc970b-500wi Ethan Hunt viene liberato da un carcere russo per l’ennesima missione impossibile: fermare un terrorista che vuole lanciare una testata nucleare russa perché crede che la guerra nucleare possa rinvigorire la razza umana. La prima fase della missione fallisce in seguito ad un’esplosione all’interno del Cremlino di cui viene incolpata la squadra di Hunt. Il fatto riporta la tensione tra Russia e Usa ai livelli della crisi cubana, scatta così il Protocollo Fantasma: Hunt e i suoi agenti sono disconosciuti dall’IMF e devono salvare il mondo da soli.

Sarà l’appartenenza a Scientology, ma la caparbietà’ di Tom Cruise e’ davvero fenomenale, almeno nel continuare un genere piuttosto in disuso al momento: andati in pensione per anzianità Stallone e Schwarzenegger, superato in corsa Bruce Willis, abortita la stella nascente di Vin Diesel, è rimasto il solo Cruise, il piu’ “sfisicato” del gruppo a costruire blockbuster d’azione in cui sopperisce alla mancanza di massa muscolare con la passione spericolata per l’arrampicata e altri funambolismi.
Siamo al quarto capitolo di Mission Impossibile in 16 anni (il primo era del 1996) e la chiusa di quest’ultimo episodio lascia presagire che la saga non è ancora conclusa. La vera sorpresa (se ci sarà) riguarderà il regista scelto per dirigere la nuova avventura. Per questo Protocollo Fantasma la scelta pareva bizzarra ma si è rivelata molto azzeccata, infatti dopo l’inizio sotto l’egida di Brian De Palma, l’incontro con l’Oriente di John Woo e il tocco di J.J. Abrams e’ stata la volta di Brad Bird, regista che arriva dai cartoni della Pixar, per cui aveva diretto Gli incredibili e Ratatouille
Il tocco cartoon è stato geniale perché in fondo Mission Impossibile è un grosso fumettone dove tutto è incredibile e solo l’ironia tipica dei catoni animati poteva rendere divertente un prodotto che ricerca situazioni sempre più spericolate e di conseguenza paradossali, se pensiamo alla scalata dell’edificio più alto del mondo, il celebre Burj Khalifa di Dubai, a renderlo divertente e accettabile e’ proprio “la morte” in tipico stile cartone animato di uno dei guanti ventosa. Da segnalare anche il rocambolesco combattimento nel parcheggio automatizzato di Munbai e soprattutto la scena dentro il Cremlino in cui Hunt e il suo esperto informatico avanzano in un corridoio controllato da una guardia che ingannano grazie a un telone in cui riflettono un immagine del corridoio vuoto.
All’ironia si unisce una confezione patinata ed esotica: le location vanno dalla Russia a Dubai per terminare nel caos e nella pacchiana ricchezza di Munbai mentre il product placement della BMW (ormai specializzata nel settore con la decennale collaborazione in 007) culmina nell’eccezionale anteprima della i8.
Un film che si dimentica in una settimana e perciò ulteriormente perfetto come film d’evasione.