Posts Tagged ‘Hitchcock presenta’

Frenzy

ottobre 2, 2022

GB, 1972
con Jon Finch, Alec McCowen, Barry Foster, Billie Whitelaw, Anna Massey, Barbara Leigh-Hunt, Bernard Cribbins, Vivien Merchant, Michael Bates, Jean Marsh, Madge Ryan, Gerald Sim, Jimmy Gardner, Noel Johnson, Clive Swift, John Boxer, Elsie Randolph, George Tovey
regia di Alfred Hitchcock



Frenzy


Quando la sua ex moglie viene uccisa, Richard Blaney, ex ufficale della Raf, viene scambiato per il killer delle cravatte. La morte di Babs, sua nuova compagna e l’unica che gli crede, ne causa l’arresto ma capendo che a denunciarlo è stato il suo amico Rusk che gli aveva promesso un posto sicuro, Blaney intuisce che l’uomo è il vero assassino. Blaney organizza la fuga dalla prigione per vendicarsi di Rusk ma a casa sua trova il cadavere dell’ennesima vittima e sopraggiunge anche l’ispettore Oxford che però ha capito chi è il vero killer.



Frenzy


A 72 anni il maestro del brivido Alfred Hitchcock torna nella sua Londra per girare quello che sarà il penultimo film della sua carriera, una pellicola che ha diviso la critica, del resto c’è qualcosa di straniante nelle nudità e negli abiti moderni che contrasta con la composizione molto classica delle scene che sembrano le stesse di un Hitchcock anni ’50.
Come sempre Hitch ci regala il cameo della sua presenza nel prologo del film, tra la folla che ascolta un comizio sulla riva del Tamigi quando il fiume restituisce il corpo di una ragazza nuda con una cravatta al collo, l’ultima vittima del killer della cravatta che terrorizza la città.
Il film poi si sposta su Richard, l’ex ufficiale ora barista con il vizio dell’alcol: un bicchiere prima di iniziare il turno gli costa il posto di lavoro. Rimasto senza soldi, l’uomo va confidarsi con la ex moglie che ora gestisce un’agenzia per cuori solitari ma i suoi modi bruschi impensieriscono la segretaria che è piuttosto preoccupata nel lasciare sola la principale con l’ex marito. Alla fine Brenda e Richard vanno a cena insieme e la donna di nascosto gli lascia dei soldi.
Il giorno dopo Brenda riceve la visita di Rusk, cliente che la donna ha allontanato per i gusti particolari: Rusk è il killer delle cravatte e Brenda la sua prossima vittima.



Frenzy (2)


Se non sorprende che il regista sveli il colpevole già a inizio film, è piuttosto insolito che mostri l’efferatezza di un atto violento e l’aggressione di Rusk è decisamente sgradevole e il primo piano di Brenda dopo essere stata strozzata è osceno. Il vecchio regista sembra adeguarsi al gusto del nuovo giallo in voga nei primi anni ’70, ma la smentita arriva dall’omicidio di Babs che segue in piena fiducia Rusk nel suo appartamento: la macchina da presa segue i due lungo tutto il tragitto dal bar alla soglia dell’appartamento poi inizia una carrellata all’indietro che ci lascia immaginare le sorti della povera ragazza nelle mani dello psicopatico.
Frenzy potrà anche essere un film minore ma Hitchcock ne fa comunque un manifesto cinematografico contro la reiterazione degli omicidi così in voga nei thriller del periodo.


Frenzy.jpeg


Nella seconda parte del film predomina l’humor nero: Rusk si accorge di aver perso la sua spilla con l’iniziale e capisce che è rimasta nelle mani di Babs durante l’omicidio. Il killer si è già disfatto del corpo gettando il sacco che lo contiene su un camion che deve trasportare un carico di patate fuori città, gli tocca quindi intrufolarsi nel camion per cercare la spilla ma il camion parte e la ricerca dello spillone si trasforma in una grottesca lotta tra il cadavere e l’assassino che alla fine sarà costretto a spezzare le dita irrigidite dal rigor mortis per recuperare la spilla.
Altri tocchi umoristici vengono dalla vita privata dell’acuto ispettore Oxford vittima delle cene della moglie che sta facendo un corso di cucina francese. Mentre la mdp indugia sui suoi “manicaretti” la coppia discute serenamente del caso, anche nei particolari più sanguinosi ribadendo l’idea di portare un omicidio in ogni salotto alla base della serie tv Hitchcock presenta degli anni ’60.



-Frenzy


Frenzy è l’ennesima declinazione del classico tema hitchcockiano della persona accusata per sbaglio che deve dimostrare la propria innocenza, il ritorno suoi luoghi dell’infanzia (non solo Londra ma proprio il quartiere di Covent Garden) del vecchio maestro sembrano acuire quel vecchio ricordo della notte passata in prigione per volontà del padre: la cella ripresa dall’alto e quegli ispettori flemmatici che nel corso dei decenni hanno sempre mantenuto la stessa fisionomia, devono essere proprio simili a quelli di quel famoso aneddotto

Hitchcock

aprile 22, 2013

1959: il successo di Intrigo Internazionale corona una carriera ormai trentennale ma Hitchcock non pensa a ritirarsi, piuttosto a sperimentare. Decide di adattare al grande schermo il romanzo di Robert Bloch Psyco ispirato a fatti realmente accaduti. La scelta viene boicottata dalle major e dalla censura e l’incaponito Hitch decide di investire di tasca propria. Psyco sarà il più grande successo della sua carriera ma mette a rischio, oltre che le sue finanze, anche lo storico legame con la moglie Alma.

Hitchcock


Il film è racchiuso tra due parentesi raccontate da Alfred Hitchcock, esattamente come gli episodi della celeberrima serie televisiva Hitchcock presenta, introducendo da subito un tono ironico nella rilettura cinematografica di Come Hitchcock ha realizzato Psyco, volume scritto da Stephan Rebello.
Il film di Sasha Gervasi, infatti, è un biopic piuttosto sui generis che analizza meticolosamente un preciso periodo della vita del grande maestro del brivido, bastante però, a farci capire la complessa personalità del cineasta e soprattutto del suo rapporto viscerale con la moglie: forse non è ancora sufficientemente noto che Alma Reville fu un supporto fondamentale anche per l’attività creativa del marito di cui fu fedele braccio destro. Il legame è raccontato con un certo divertimento anche nella gelosia tra i due e il lieto fine (“tu sei l’unica vera bionda alla Hitchcock”) forse è un po’ posticcio ma comunque regge proprio nell’ordine di quell’economia filmica da subito introdotta come ironica.
Quando viene a mancare l’ironia il film funziona meno e cioè nei dialoghi fittizi tra Hitchcock e Ed Gein, il serial killer che sta alla base del personaggio di Norman Bates: in maniera forzosa si intende spiegare la capacità del re del brivido di raccontare i lati oscuri dell’umanità come sublimazione di sue perversioni latenti.
A Helen Mirren è concesso di interpretare il ruolo di Alma senza doversi troppo immedesimare fisicamente con il personaggio, mentre Anthony Hopkins deve recitare con un ingombrante trucco per calarsi (senza riuscire perfettamente nella mimesi) nel ruolo di un uomo complessato fisicamente ma che ha fatto della sua immagine il marchio dei propri film (del resto la pellicola svela anche le grandi capacità di marketing del regista britannico). Inaspettatamente l’immedesimazione fisica più riuscita è quella di Scarlett Johansson perfetta nei panni di Janet Leigh.